Imigranti non sono una questione elettorale”: lo dice all'Europa (all'Italia in particolare) Donald Tusk e lo dice anche il premier Giuseppe Conte, in risposta all'affermazione del Presidente del Consiglio europeo. Conte replica, dice che ne è consapevole e, da Salisburgo, spiega che “gli appuntamenti elettorali sono distanti, la realtà è che l’immigrazione è un tema importante sul quale la politica con la P maiuscola deve essere pronta ad assumersi responsabilità e a dare risposte complessive”. Qualche ora prima era arrivato il monito di Tusk che invitava a non utilizzare il tema delle migrazioni per un tornaconto di tipo politico: “I 28 – aveva poi precisato via Twitter – non possono essere divisi tra chi vuole risolvere il problema e chi lo usa in chiave elettorale”.
Niente di decisionale era previsto a Salisburgo e, forse per questo, il premier si è recato in Austria con l'intento più che altro di trarre qualche spunto di riflessione comune con altri rappresentanti dei Paesi europei. Senza tuttavia lasciare da parte i nodi centrali del nostro Paese, Manovra in primis, in quanto terreno di dibattito fra i ministri Di Maio e Tria: “Confido che si possa uscire da questo vertice con uno scambio costruttivo – ha detto ancora il presidente del Consiglio -. La linea del governo non è superare il 2% o tenere '1,x' o 'l’1,y' ma di fare una manovra seria, credibile e coraggiosa che offra risposta ai cittadini che allo stesso tempo consenta la ripresa economica. Non è il momento di dichiarare i decimali, non ci dobbiamo impiccare sui decimali”.
A proposito del breve summit di Salisburgo, in programma fra qualche ora, Conte ha spiegato ai cronisti di non essere pessimista poiché “questo come sapete è un vertice informale: il che significa che non siamo qui a rassegnare delle conclusioni, a elaborare e condividere un testo scritto, ma è un importante passaggio in vista del Consiglio che si terrà a ottobre per avere uno scambio e cercare di avvantaggiarci nel processo di attuazione delle conclusioni dello scorso giugno”. Argomenti dibattuti nel corso di oltre 4 ore di cena fra i leader dell'Unione, occasione per fare il punto su alcuni temi e preparare il terreno al rinnovamento dell'Europarlamento fra qualche mese, oltre che l'accordo finale per la Brexit, prima e più importante scadenza, da un lato e dall'altro.
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