Usa, niente incriminazione per il poliziotto che ha strangolato un nero. Esplode la protesta

Più di duecento persone si sono radunate a Times Square, (New York) per protestare contro la decisione di ieri del Gran Giurì di non incriminare il poliziotto bianco Daniel Pantaleo per la morte dell’afroamericano Eric Garner. I manifestanti, di fronte ai palazzi del potere, hanno cantato slogan come “Nessuna incriminazione è una negazione, vogliamo un processo pubblico”. Sui cartelli portati dai dimostranti si leggevano frasi come “Le vite dei neri contano” e “Il silenzio bianco equivale all’assenso bianco”. Sempre a New York fra 35 e 45 manifestanti si sono distesi a terra alla stazione di Grand Central Terminal quasi in coincidenza con l’ora di punta serale in segno di protesta per la decisione del giudice e, prima di andare via, hanno gridato “Eric Garner” e “Non posso respirare”.

I fatti risalgono al 17 luglio scorso quando il poliziotto Pantaleo aggredì con la tecnica di combattimento nota come “chokehold” – o strangolamento – Garner, causandone la morte. La tecnica è vietata dalle pratiche della polizia di New York. Garner, accusato di spaccio di sigarette di contrabbando, si era ribellato all’arresto. A incriminare il poliziotto, un video girato durante i tafferugli e subito postato in rete. Nel filmato, girato da una persona che ha assistito alla scena, si vede il 43enne Garner mentre dice a un gruppo di poliziotti di lasciarlo in pace mentre questi tentano di arrestarlo;  le immagini mostrano come l’agente Pantaleo fosse poi intervenuto usando la tecnica “chokehold”. A quel punto Garner, sofferente di asma, inizia ripetutamente a urlare “Non posso respirare”. Un secondo video mostra la polizia e i paramedici che sembravano non fare sforzi per rianimare Garner mentre giace immobile a terra. Poco dopo, l’uomo è morto in ospedale e il medico legale ha stabilito che il “chokehold” aveva contribuito al decesso.