Troppo alto il rischio di una carneficina. Slitta il voto in Nigeria

Slittano di sei settimane le elezioni in Nigeria: troppo alto il rischio di un attac o di Boko Haram con l’intento di fare una carneficina. Il voto passa dal 14 al 28 marzo, dunque. Nelle prossime settimane le forze multinazionali dovrebbero mettere in sicurezza la regione nordorientale che è attualmente sotto il controllo dei jihadisti africani. In questo quadro, i cinque Paesi africani che formano la forza multinazionale per la lotta ai miliziani – Benin, Camerun, Niger, Nigeria e Ciad – hanno deciso di mobilitare 8.700 uomini. Il voto era previsto il 14 febbraio.

Intanto, nel vicino stato del Niger, il ministro della Difesa ha confermato che 109 jihadisti di Boko Haram sono stati uccisi a seguito di un attacco dei terroristi nelle città di Bosso e Diffa, vicino al confine con la Nigeria. Intanto sono trascorsi 300 giorni dal sequestro delle oltre duecento ragazze rapite: la premio Nobel per la Pace, Malala Yousafzai, ha lanciato un appello ad un’azione urgente per la loro liberazione. Sul terreno, però, i Boko Haram continuano a colpire.

Prima che il gruppo divenisse noto internazionalmente dopo le violenze religiose in Nigeria del 2009, Boko Haram non aveva una struttura organizzativa precisa o una catena di comando chiara, ma adesso si sa che è diviso in tre fazioni. Inoltre è ancora argomento di discussione se Boko Haram sia collegato al terrorismo straniero e in che misura i suoi combattenti si siano frequentemente scontrati con il governo centrale nigeriano.

Il gruppo è anche noto per numerosi attacchi a chiese cristiane e per le violenze religiose in Nigeria del 2009, che ha reso il gruppo noto a livello internazionale. Nel 2011 è stato ritenuto responsabile di oltre 450 omicidi in Nigeria.