Stop ai “Minerali insanguinati”: la Ue vara maggiori controlli sulle importazioni di oro e tungsteno

Con 558 voti a favore, 17 contrari e 45 astensioni, il Parlamento Europeo ha adottato un nuovo regolamento per porre fine al finanziamento di gruppi armati e alle violazioni dei diritti umani collegati al commercio di minerali provenienti dalle zone di conflitto, in particolar modo dalla Repubblica democratica del Congo e dalla regione dei Grandi Laghi. Il regolamento è una restrizione della normativa vigente invocata da più parti contro l’utilizzo nella Ue dei cosiddetti “minerali insanguinati”.

Nello specifico, si tratta di stagno, tantalio, tungsteno e oro, minerali dal grande valore economico – usati principalmente nella fabbricazione di dispositivi elettronici ma anche di automobili e illuminazioni – provenienti da zone povere e conflittuali del pianeta, principalmente dall’Africa. Il business dell’estrazione, spesso in mano ad amministrazioni corrotte, contribuisce infatti a finanziare le varie fazioni armate che generano ulteriore instabilità nei Paesi di origine.

Durante i negoziati del novembre 2016, La Commissione e il Consiglio avevano proposto solo controlli volontari, ma i deputati si erano opposti convincendo i ministri dell’Ue a controlli obbligatori per gli importatori di metalli da zone di conflitto ad alto rischio.

Nel dettaglio, la nuova normativa sui “minerali insanguinati” – riporta l’Agi – obbligherà tutti gli importatori europei di stagno, tungsteno, tantalio e oro a effettuare controlli. I produttori e venditori comunitari più grandi saranno tenuti a divulgare le fonti di approvvigionamento ed entreranno a far parte di un registro Ue. I piccoli importatori come dentisti e gioiellieri, invece, sono stati esclusi dalla nuova regolamentazione per non imporre oneri burocratici eccessivi.

La Commissione europea dovrà, inoltre, revisionare regolarmente l’efficacia della nuova legge, sia il suo impatto sul terreno sia il livello di rispetto da parte delle imprese europee. Gli obblighi di responsabilità si applicheranno dal primo gennaio 2021; tre anni e mezzo di tempo per permettere agli Stati membri di nominare le autorità competenti ai controlli e agli importatori di acquisire familiarità con la nuova normativa.