Si chiude il congresso del Pcc: Xi entra nell’Olimpo della nazione

Il popolo e la nazione cinesi “hanno un luminoso futuro davanti. In questo grande momento, ci sentiamo più fiduciosi e orgogliosi e,allo stesso tempo, avvertiamo un forte senso di responsabilità“. Così Xi Jinping ha chiuso il 19esimo congresso del Pcc. Un appuntamento che ne ha rafforzato la leadership. Il suo nome e le sue teorie sono state fra l'altro iscritte nella costituzione del partito comunista cinese, elevandolo a “padre nobile” della nazione, allo stesso livello di Mao Zedong e Deng Xiaoping.

Il congresso ha anche eletto il nuovo Comitato centrale del Pcc e la Commissione centrale per la disciplina e le ispezioni. Il primo sarà composto da da 204 membri più 172 supplenti. Nell'elenco diffuso non figura, però, Wang Qishan, lo “zar” dell'anticorruzione e strettissimo alleato di X. Wang, 69 anni, ha superato i limiti d'età per gli incarichi nel Pcc, ma rumor davano come possibile un suo ulteriore impegno. La Commissione centrale per la Disciplina e le Ispezioni (l'Anticorruzione), invece, conta 133 membri.

Nei sei giorni di lavori finora tenuti, tra panel, conferenze stampa e discussioni “aperte” delle delegazioni, tutti, inclusi gli attuali componenti del Comitato permanente, hanno espresso lealtà alla leadership del segretario generale. “Le riflessioni sono l'ultima conquista nell'adattare il Marxismo al contesto cinese e sono un'importante parte del sistema di teorie sul socialismo con caratteristiche cinesi”, ha affermato ad esempio il premier Li Keqiang, parlando a un evento. Una sintesi delle sfide nella “nuova era” di Xi sono emerse nelle sessioni a latere: ad esempio, in quella “finanziaria” di giovedì, il governatore della Banca centrale Zhou ha puntato i rischi dell'improvviso collasso dei prezzi degli asset (“momento di Minsky“, teorizzato dall'economista Hyman Minsky), mentre i livelli di debito delle imprese sono relativamente alti e il debito delle famiglie sta salendo velocemente.

Sull'ambiente, tra i temi di maggior malumore popolare, la Cina combatterà con decisione per l'obiettivo “intermedio” al 2035 di qualità dell'aria di 35 microgrammi di particelle Pm2.5 per metro cubo, ha assicurato il ministro dell'Ambiente Li Ganjie. Nel 2016 la media di Pechino, impegnata a scendere a 60, è stata di 73 microgrammi per metro cubo, e l'Organizzazione mondiale della sanità “consiglia” un tetto a quota 10. Sull'occupazione, altra spina della transizione economica, la Cina necessita di creare 15 milioni di posti di lavoro annui e di dare un forte sostegno alle imprese, ha stimato il ministro del Lavoro, Yin Weimin.