SCANDALO PETROBRAS, INDAGATO IL TESORIERE DELLA ROUSSEFF

Continua a diffondersi a macchia d’olio lo scandalo Petrobras che vede coinvolti almeno 34 politici della maggioranza che sostiene Dilma Rousseff. L’ultimo ad essere stato indagato dalla magistratura è Joao vaccari, il tesoriere del partito del Lavoratori, che fu presidente del consiglio di amministrazione della società petrolifera dal 2003 al 2010, periodo in cui il sistema di fondi neri era già in atto. Il procuratore Deltan Dallagnol ha riferito che Vaccari avrebbe sollecitato donazioni all’ex direttore generale della compagnia petrolifera, Renato Duque, e i suoi uffici avrebbero “ampie prove” per sostenere questa tesi. Subito è arrivata la smentita dal vertice del partito dei Lavoratori, di cui era un esponente di spicco anche l’ex presidente Lula da Silva, ha dichiarato che tutte le donazioni ricevute sono legali, smentendo così ogni accusa.

Ma il palazzo presidenziale di Planalto ha definito questa come la “settimana della fine del mondo”, infatti oltre due milioni di persone è sceso in piazza per chiedere le dimissioni della Rousseff e per protestare contro le nuove misure di austerity prese dall’esecutivo per far fronte alla sempre più crescente crisi economica e per cercare di arginare gli scandali di corruzione, l’ultimo quello riguardante la compagnia statale del petrolio. Le manifestazioni – che si sono svolte da Sao Paulo a Brasilia a Rio de Janeiro – sono state convocate sui social network e hanno radunato la popolazione senza che ci fosse la guida di leader o di partiti politici. La manifestazione più imponente si è svolta a san Paolo, dove circa un milione di persone è scesa in strada, secondo i dati della polizia militare.

Nel frattempo, nella serata di ieri il ministro della giustizia José Eduardo Cardozo ha annunciato un pacchetto di misure anti corruzione che verranno inviate al parlamento entro pochi giorni, mentre Miguel Rossetto, portavoce della presidenza della repubblica, ha annunciato che in tempi molto brevi verranno riformate la legge per il voto e la fine del finanziamento delle campagne elettorali.