RUSH FINALE PER IL NUCLEARE, ZARIF INCONTRA KERRY IN SVIZZERA

A Losanna oggi il segretario Usa John Kerry sta incontrando il suo omologo iraniano, Mohammed Javad Zarif per nuovi colloqui sul programma nucleare, a darne notizia è l’emittente Press Tv. All’incontro parteciperanno inoltre il capo dell’Organizzazione per l’Energia Atomica dell’Iran, Ali Akbar Salehi, i due vice del ministro degli Esteri di Teheran, il segretario per l’Energia Usa, Ernest Moniz, e la vice dell’Alto rappresentante per la politica estera europea, Helga Schmid.

L’obiettivo di questo nuovo faccia a faccia è quello di poter compiere ulteriori passi avanti su alcuni nodi che ancora restano sul tavolo di discussione; gli Stati Uniti in particolare vogliono ottenere la certezza che l’Iran non possa dotarsi dell’atomica, da parte sua la Repubblica Islamica chiede l’alleggerimento delle sanzioni. Per il rappresentante della diplomazia dell’Iran la giornata si concluderà a Bruxelles dove ha appuntamento con i ministri degli Esteri europei. Dopo 12 anni di tensioni internazionali e 18 mesi di intensi negoziati, Teheran e le grandi potenze del gruppo 5+1 (Usa, Cina, Russia, Regno Unito, Francia e Germania), sotto la guida dell’Unione Europea, si sono date tempo fino al 31 marzo per arrivare ad un compromesso definitivo, o come dichiarato da Kerry per trovare “l’intesa giusta”.

L’ayatollah Ali Khamenei, la guida Suprema della Repubblica Islamica, già da tempo contrario ad una decisione sul tema in due fasi e privilegiando invece l’idea di concludere la questione in un’unica soluzione entro il 1 Luglio, affronterà l’argomento nel suo discorso per il capodanno iraniano, il 21 Marzo. Proprio la settimana scorsa Khamenei aveva definito i negoziati “una pugnalata alle spalle”, ritenendosi preoccupato “dell’inganno, dei raggiri e dei tradimenti” che potrebbero arrivare da pare degli Usa”, che a detta dello ayatollah, adotta “toni più aspri” con l’avvicinarsi della deadline per i negoziati, fissata a fine giugno. Israele intanto continua a esercitare un enorme pressione affinché l’accordo non venga siglato, il governo di Netanyahu infatti continua ad affermare che la diminuzione delle sanzioni sia proprio la strada che permetterà a Teheran di procedere con il proprio progetto nucleare finalizzato, secondo Tel Aviv, alla costruzione della bomba atomica.