Putin ordina
la tregua

Vladimir Putin si muove in prima persona, forte del legame profondo col regime di Bashar al Assad, e ordina la tregua umanitaria a Ghouta Est a partire da domani. L'annuncio del presidente russo arriva a due giorni dall'approvazione della risoluzione Onu sul cessate il fuoco. Un provvedimento su cui ha pesato l'aut aut imposto proprio da Mosca sui tempi della tregua. 

Corridoi umanitari

Secondo l'agenzia di stampa russa Interfax, lo stop ai combattimenti coprirà dalle 9 di mattina alle 2 del pomeriggio. Come ha annunciato il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, “su istruzione del presidente russo, con l'obiettivo di evitare vittime civili a Ghouta Est, dal 27 febbraio dalle 9 alle 14 ci sarà una tregua umanitaria”. Shoigu ha anche fatto sapere che saranno aperti corridoi umanitari per permettere ai civili di lasciare il sobborgo, dove in poco più di una settimana sono morte oltre 500 persone a causa degli intensi bombardamenti governativi. Le coordinate dei corridoi umanitari, ha aggiunto Mosca, saranno annunciate nel prossimo futuro.

Inferno

La situazione nella regione è stata definita dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, “l'inferno sulla terra“. Ora si affaccia anche il sospetto che le forze di Assad possano aver usato le armi chimiche: domenica, secondo fonti locali, almeno un bambino è morto e 13 persone sono rimaste ferite, con sintomi di asfissia a causa di un raid aereo in cui. La Russia ha negato qualsiasi uso di armi proibite da parte delle forze lealiste e, anzi, ha definito le accuse “provocazioni“.

Diplomazia al lavoro

Prima dell'annuncio di Putin, Guterres aveva chiesto di porre subito fine ai combattimenti. Anche se non formalmente in agenda, la Siria è al centro della riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue in corso a Bruxelles. Il capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, ha avvertito che la risoluzione del Palazzo di Vetro è solo “un primo passo“, “ora va applicata”.