Possibile dialogo fra Ortega e studenti in rivolta

Prove di dialogo in Nicaragua, dove continua a infuriare la protesta contro il governo guidato dal presidente Daniel Ortega. Secondo quanto riferito dai media locali, i manifestanti avrebbero dato disponibilità, più di una settimana fa, a intavolare un dialogo con il leader del Paese centramericano, accettando di fatto l'invito a intavolare un dialogo rivolto loro dalla Conferenza episcopale. Dopo 9 giorni di veemente dissenso e di occupazione dell'Università politecnica di Managua, il movimento studentesco apre il primo spiraglio di confronto con Ortega, a patto che “non vi siano repressioni o persecuzioni politiche contro i ribelli e le loro famiglie”. Il primo abbozzo di tregua pubblica dopo giorni di fuoco anche se, precisano i dimostranti, “la revoca del decreto sulla riforma della sicurezza sociale non risolve la situazione attuale nel nostro Paese”, annunciando di fatto che il terreno d'incontro sarà ben più complesso di quanto prospettato.

La rivolta

E' da più di una settimana che in Nicaragua, specie nella capitale Managua, infuria la protesta delle masse contro il governo Ortega reo, fra l'altro, di aver stroncato le dimostrazioni di piazza con violente repressioni. Non è chiaro, almeno ufficialmente, quante siano le persone rimaste uccise negli scontri ma è certo che almeno una sessantina di manifestanti siano rimasti uccisi nei tafferugli dei giorni scorsi e, tra loro, il reporter Ángel Gahona, ucciso a Bluefields da una pallottola vagante mentre era impegnato sul campo a filmare l'infuriare della protesta. La riforma della previdenza sociale, origine del dissenso (prevedeva un aumento del costo dei contributi a gravare su imprese e dipendenti, allo scopo di tappare il buco di 76 milioni del sistema pensionistico), è stata ritirata dal presidente Ortega del quale, tuttavia, buona parte dei manifestanti continua a invocare le dimissioni. Un nutrito gruppo di studenti ha per questo occupato l'università della capitale e chiuso le porte (almeno fino a qualche giorno fa) a ogni tipo di dialogo. Secondo un gruppo studentesco progovernativo, invece, gli studenti occuanti non sarebbero più di una decina, sufficienti però a impedire il regolare svolgimento delle lezioni. Stando ai portavoce del movimento (l'Unen) i loro colleghi sarebbero manipolati dal partito di opposizione, il Movimento rinnovatore sandinista (Mrs).

Contro Ortega

Da parte loro, gli studenti barricati all'interno dell'Upoli hanno ribadito di non sentirsi né di destra né di sinistra ma semplicemente portavoce di un cambiamento che non può prescindere dalla cessazione delle repressioni della Polizia. Molto potrebbe emergere dal dialogo che i rappresentanti dei manifestanti intavoleranno con il presidente, durante il quale chiederanno conto della scomparsa di 48 persone durante gli scontri e, più in generale, dei molti desaparecidos sotto il suo governo del quale si è a più riprese invocata la cessazione. Ortega, ex guerrigliero sandinista, ha ricoperto la carica di presidente tra il 1985 e il 1990, per poi essere rieletto per due mandati consecutivi nel 2011 e nel 2016: in quest'ultima ottenne quasi un plebiscito, con il 72,44% dei voti. In quell'occasione, però, una decisione della Corte suprema aveva di fatto escluso dalla corsa alla presidenza un'opposizione ben organizzata, spalancando al Fsln le porte di Managua.