Moon incontra Kim: le Coree faccia a faccia

Sorrisi, strette di mano e addirittura una deviazione oltre confine imprevista. Moon incontra Kim e Kim incontra Moon: le due Coree si guardano negli occhi pronte a confrontarsi finalmente su un terreno di dialogo. Molta strada è stata percorsa da quando il mondo guardava con preoccupazione all'escalation nucleare di Pyongyang e ai botta e risposta fra il nordcoreano Kim e il presidente americano Trump. Mesi di angoscia, clima di guerra fredda e prospettive tutt'altro che rosee sul futuro globale, dato più volte sull'orlo di un conflitto atomico. Quello che sembra aver funzionato, al di là dei reciproci eccessi, è stato il lavoro sotto traccia della Corea del Sud e, nello specifico, del presidente Moon Jae-in, vero artefice di una strada, quella del dialogo, sulla quale ha fin da subito impostato il suo governo ma che, altrettanto immediatamente, aveva destato non poche perplessità a fronte degli atteggiamenti dei vicini del Nord. Ora, quel lavoro pare aver effettivamente dato i suoi frutti se Moon e lo stesso Kim sono arrivati a trovarsi faccia a faccia presso il villaggio di Panmunjom, nella zona demilitarizzata, nel medesimo punto in cui, qualche mese fa, si erano incontrate le delegazioni di Seul e Pyongyang per stipulare un accordo sulla partecipazione degli atleti nordcoreani alle Olimpiadi invernali di PyeongChang.

Terzo incontro

Moon è arrivato a Panmunjom con uno scopo preciso: dialogare serenamente con Kim e, in qualche modo, preparare il terreno all'incontro che il leader nordcoreano dovrebbe svolgere con il presidente americano. Ma, probabilmente, sarebbe poco corretto ridurre a questo il valore dell'incontro fra i due leader: era dal 2007, ossia undici anni fa, che due presidenti coreani non si incontravano di persona e, prima di allora, era successo solo un'altra volta, addirittura nel 2000. In entrambe le occasioni, il vertice si era svolto a Pyongyang. Kim diventa così il primo membro della sua famiglia a varcare il confine e a mettere piede al Sud dopo che, al momento dello storico incontro, ha convinto Moon a compiere una piccola deviazione per recarsi al Nord, fra gli edifici T2 e T3 della linea demilitarizzata, per poi riattraversare il confine in compagnia. Un fuori programma che la dice lunga su quanta importanza risieda in questo summit, dal quale potrebbe dipendere molto del futuro assetto geopolitico dell'Est del mondo.

Occhi su Panmunjom

La stretta di mano fra i due leader ha segnato l'inizio del vertice, corredato da qualche cerimonia formale: sia Kim che Moon hanno salutato le opposte delegazioni e, insieme, hanno ascoltato gli inni nazionali su un palchetto allestito per l'occasione nella zona cuscinetto. Per il presidente sudcoreano è arrivato anche il secondo incontro, in pochi mesi, con la sorella del leader di Pyongyang, Kim Yo-jong, già presente a PyeongChang per l'apertura dei Giochi olimplici invernali e arrivata a Panmunjom come componente della delegazione nordcoreana. Come riportato dall'agenzia ufficiale Kcna, Kim “discuterà con sincerità tutte le questioni che saranno sollevate al fine di migliorare le relazioni intercoreane e per raggiungere la pace, la prosperità e la riunificazione della penisola coreana”. Giusto il tempo di fare qualche foto di rito, firmare il registro delle presenze e sia Moon che Kim hanno fatto il loro ingresso alla Peace House, pronti a mettere in pratica quanto finora diramato dalle rispettive agenzie. E, naturalmente, con gli occhi del mondo intenti a osservarli.