Pilota giordano catturato: “l’Isis mi ucciderà”

“Sai cosa farà l’Isis di te?” “Sì, mi ucciderà”. Sono le ultime agghiaccianti parole che il pilota giordano, catturato dopo che il suo aereo è stata abbattuto, ha pronunciato in un’intervista che i jihadisti hanno pubblicato sull’ultimo numero di “Dabiq”, il magazine ufficiale online del Califfato, pubblicato in lingua inglese. L’intervista-interrogatorio è stata messa online il giorno dopo ad un sondaggio – lanciato dall’Isis – nel quale veniva chiesto ai sostenitori come uccidere il pilota catturato il 24 dicembre. Si chiama Muadh Yusuf al-Kasasibah, è originario della città giordana di al-Karak ed ha 26 anni.

Il giovane racconta di essere decollato dalla base aerea irachena di Muwaffaq al-Salti e di essere stato colpito da un missile mentre volava a bassa quota. “Mi sono lanciato con il paracadute, sono atterrato nel fiume Eufrate e poi sono stato catturato dai soldati dell’Is”. L’intervista si apre con una foto del giovane pilota giordano che indossa una tuta arancione, simile a quella dei detenuti di Guantanamo. Sparse lungo il testo ci sono altre foto del prigioniero, in una si vede il suo tesserino militare, in un’altra si vede il pilota di fianco ad una auto e sullo sfondo un aereo, in un’altra ancora si vede il ragazzo – insieme ad altri suoi colleghi – che stringe la mano al re di Giordania Abdullah II.

“E i crociati quali basi usano?” chiede l’intervistatore. “Alcuni jet americani decollano dalle basi Principe Hassan e Muwaffaq al-Salti – risponde il pilota giordano – alcuni aerei americani decollano anche dalla Turchia”. Inoltre nell’intervista il giovane al-Kasasibah rivela che nei primi giorni di dicembre, un pilota americano è morto durante una missione a causa di un guasto tecnico. Il governo giordano non ha rilasciato nessun tipo di dichiarazione sulle parole del suo concittadino, ma secondo i media del Paese, nessun aereo sarebbe stato abbattuto, ma si sarebbe schiantato. Discorda dall’intervista anche la dichiarazione fatta da Lloyd Austin del comando centrale delle forze armate statunitensi, secondo cui nessun velivolo giordano sarebbe stato colpiti dai militanti dell’Isis.