OBAMA A HIROSHIMA DOPO IL G7: E’ LA PRIMA VISITA DI UN PRESIDENTE USA

Quando è quasi giunto alla fine del suo mandato, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si appresta a scrivere un’altra pagina di storia. Infatti la Casa Bianca ha annunciato che il capo di Stato Usa si recherà ad Hiroshima, nell’ambito del viaggio in Asia fra il 21 e il 28 maggio. La Casa Bianca ha inoltre sottolineato che Obama farà la “storica visita a Hiroshima con il primo ministro Abe per sottolineare l’impegno a perseguire la pace e la sicurezza del mondo senza armi nucleari”.

Dopo la fine dell’embargo con Cuba, il disgelo con l’iran, Obama si prepara a far cadere uno degli ultimi tabù degli Stati Uniti. La decisione della Casa Bianca di ufficializzare la visita a Hiroshima era nell’aria, dopo settimane di indiscrezioni: avverrà il 27 maggio, dopo il summit del G7 che si svolgerà nella non lontana Ise-Shima.

Ad aprire la strada era stato John Kerry, il primo segretario di stato Usa a recarsi nell’aprile scorso nella città incenerita da “Little Boy”, l’atomica sganciata la mattina del 6 agosto 1945 dal bombardiere americano “Enola Gay”. Tre giorni dopo un’altro ordigno nucleare colpì la città di Nagasaki. In tutto le vittime furono oltre 220 mila, senza contare le conseguenze per decenni sulla salute di migliaia di giapponesi.

Ma la destra americana è già da tempo sul piede di guerra, definendo il decimo viaggio in Asia di Obama come una sorta di “apology tour”, il tour delle scuse, se ci si mette dentro anche la guerra del Vietnam. L’ennesimo segno di debolezza – denunciano molti repubblicani – di un’amministrazione che hanno sempre accusato di mancanza di leadership e di essere prona verso i ‘nemici’ dell’America, Cina compresa.

Ma il presidente – assicura uno dei suoi più stretti consiglieri, Ben Rhodes – non intende chiedere scusa per le bombe che posero rapidamente fine alla seconda guerra mondiale. Il discorso tenuto da Obama davanti al Memoriale della Pace (al suo fianco il premier giapponese Shinzo Abe) sarà piuttosto un nuovo forte appello alla non proliferazione delle armi nucleari, all’assunzione di responsabilità da parte della comunità internazionale per un mondo sempre più sicuro e pacifico.