No del governo al nuovo hub della sicurezza

Temendo possibili rappresaglie da parte delle organizzazioni terroristiche, Capo Verde ha deciso di stoppare la costruzione sull'arcipelago di un centro africano di formazione delle forze di sicurezza.

Il progetto

Il progetto noto come Orbit Training Center (Otc), annunciato il mese scorso, prevedeva l'edificazione di un complesso di 2,5 chilometri quadrati, per un investimento totale di circa 125 milioni di dollari. Dal 2020 la struttura avrebbe dovuto accogliere ogni anno 150 stagisti agenti di polizia, militare, dipendenti delle dogane, della protezione civile o dei vigili del fuoco, principalmente di nazionalità africana. Il percorso formativo avrebbe spaziato dal tiro da combattimento alla lotta alla cyber-criminalità, dalle telecomunicazioni militari alla lotta al bracconaggio.

Veto

L'Orbit Training Center, ideato dagli Stati Uniti, avrebbe in qualche modo fatto concorrenza alla Scuola regionale di lotta al terrorismo, invece sponsorizzato dalla Francia, che come annunciato da Emmanuel Macron nel novembre 2017 avrà sede in Costa d'Avorio, a Jacqueville.  “Il progetto non è stato autorizzato quindi non andrà avanti. Inoltre Capo Verde ha deciso di non fornire il sostegno istituzionale chiesto da investitori privati esterni per promuovere e reperire il finanziamento del progetto” recita il comunicato governativo.

Zone d'ombra

In realtà sin dalla sua presentazione, lo scorso febbraio, il progetto è stato avvolto da zone d'ombra. A cominciare dall'identità dei suoi promotori, non meglio identificati. Gli ideatori dell'Otc assicuravano di avere già incassato il sostegno del governo di Praia e che il centro di formazione avrebbe usufruito dello statuto di zona franca. Secondo il settimanale capoverdiano A Nacao dietro l'Orbit Training Center ci sarebbe una collaborazione tra la società israelo-americana “Nibor Enterprises” e la capoverdiana “Compe'tences“. La prima è diretta da Eddie Zildrberg, ex responsabile dell'esercito israeliano riconvertito nel settore privato. Tra gli azionisti della seconda c'è invece un noto esperto ivoriano in cybersicurezza, Charles Henri Konan