Muore nella lotta all’Isis. Donna martire diventa “sceicco”

[cml_media_alt id='4735']peshmerga-curde[/cml_media_alt]“Sheikh”, nelle tradizioni arabe, è il titolo che viene affidato post mortem ai leader tribali in modo che siano ricordati dalla storia del loro popolo. Oggi, per la prima volta, è andato a una donna irachena. Oumaya Naji al-Jabara, madre di quattro figli, ha sacrificato la propria vita nella lotta contro i miliziani dello Stato Islamico, e per il contributo dato alla sicurezza del paese sarà la prima “signora” a essere onorata con questo appellativo. Jabara è stata uccisa il 22 giugno durante una battaglia contro i jihadisti di Abu Bakr al-Baghdadi, nella provincia occidentale di Salahuddin. Per non dimenticare il sacrificio, a voler “imprimere” il suo nome nella storia è stato il capo dell’Ufficio per le questioni tribali dell’Iraq, Marid Hasoun.

La “martire”, prima irachena alla quale viene riconosciuto questo titolo, era avvocato ed attivista per i diritti di genere, e consulente del dipartimento per le Donne e gli Affari sociali di Salahuddin. “Il suo ruolo nel combattere i criminali dell’Is – ha detto Marid Hasoun alla stampa locale – è stato eroico”. Poco dopo l’entrata dei miliziani nel distretto orientale di al-Alam, ad est di Tikrit, la donna aveva preso le armi per difendere la sua gente, ma è stata uccisa da un colpo sparatole al torace. “Sheikha era dalla parte del suo popolo – ha detto il Consiglio supremo iracheno per i diritti umani – ha resistito alle forze oscure dell’Is, che hanno lanciato colpi di mortaio sulla città”.