L'Onu: “San Suu Kyi doveva dimettersi”

Aung San Suu Kyi “avrebbe dovuto dimettersi” di fronte alla tragedia del popolo Rohingya perpetrata dai militari brimani.

L'accusa

Lo ha detto l'Alto commissario Onu per i diritti umani, Zeid Raad al Hussein, ormai al termine del suo mandato, nel corso di un'intervista alla Bbc. La leader birmana de facto, ha sottolineato, avrebbe dovuto fare un passo indietro, piuttosto che coprire le operazioni dei generali. “Era nella posizione di fare qualcosa – ha denunciato Hussein – avrebbe potuto dimettersi o rimanere in silenzio, invece è stata la portavoce dei militari birmani”. L'Alto commissario ha ricordato che Suu Kyi ha difeso i generali parlando di “disinformazione” e “fabbricazioni” per minimizzare le violenze. 

Nobel salvo

Ad accusare la leader birmana è un recente rapporto delle Nazioni Unite secondo cui avrebbe taciuto di fronte al genocidio. Nonostante i sospetti, Suu Kyi non rischia la revoca del Nobel per la Pace ricevuto nel 1991. Il ritiro del riconoscimento, ha detto alla Cnn il  direttore dell'Istituto dei Nobel, Olav Njolstadb, “non è previsto”. L'organismo, ha spiegato, continua a  a fare appello a tutti gli attori coinvolti in Myanmar, affinche' allevino le sofferenze dei Rohingya e mettano fine alla loro persecuzione e repressione“, ha aggiunto Njolstad.

Il rapporto

Suu Kyi ha vinto il Nobel quando era una figura chiave dell'opposizione alla giunta militare in Myanmar. Secondo il rapporto pubblicato questa settimana dalla missione del Consiglio per i diritti umani dell'Onu, Suu Kiy “non ha usato la sua posizione di capo del governo 'de facto', ne' la sua autorita' morale, per contrastare o impedire gli eventi nello Stato di Rakhine”, dove l'esercito ha commesso un vero e proprio “genocidio” dei Rohingya.