L'annuncio di Trump: “Usa fuori dall'accordo”

Recessione dall'accordo sul nucleare iraniano e sanzioni in vigore fra 90 giorni, giorno in cui gli States usciranno ufficialmente dai termini stipulati da Obama nel 2015. A qualche minuto dall'annuncio ufficiale, la linea della Casa Bianca sulla questione era già piuttosto chiara e la maggior parte dei media statunitensi ha iniziato a parlarne ben prima del discorso del presidente Trump. Nonostante gli apparenti tentennamenti e qualche giorno di rinvio, il Tycoon ha confermato tutti i sentori di questi mesi di vigilia: “Gli Usa – ha detto – non saranno ostaggio del ricatto nucleare dell'Iran”, il cui accordo “ha permesso a Teheran di continuare ad arricchire l'uranio e raggiungere un punto di rottura”. Per il presidente, “è evidente che non possiamo scongiurare una bomba atomica iraniana sulla base dell'impianto ormai marcio dell'accordo attuale”. Ma non solo: durante il suo discorso, l'inquilino della Casa Bianca ha definito i termini dell'intesa di Obama (che ha provato a difenderla definendo “un errore” la mossa di Trump) come “disastrosi e imbarazzanti” tanto che “non avrebbe mai dovuto essere firmato”. Ora toccherà al Congresso.

La telefonata con Macron

L'atteso annuncio tv è stato corredato dalla firma, in diretta, del memorandum presidenziale con il quale Trump ha ufficialmente avviato il processo di reintroduzione delle sanzioni a carico dell'Iran: “Istituiremo il livello più alto di sanzioni”, ha specificato il presidente sottolineando che tutti i Paesi che aiuteranno l'Iran ne saranno colpiti: “Gli Stati Uniti non fanno più vuote minacce – ha specificato -. Quando io faccio una promessa la mantengo”. L'intenzione di Trump, largamente anticipata dai principali network degli Usa, era stata inoltre anticipata dalle voci, diffuse dal 'New York Times', di una presunta conversazione fra il presidente americano e quello francese, Emmanuel Macron, durante la quale il primo avrebbe confermato al suo interlocutore di aver deciso di procedere all'uscita degli Usa dall'accordo. L'Eliseo aveva dato conferma della telefonata sottolineando però che i due avevano parlato “della stabilità in Medio Oriente”. Nonostante questo però, gli Stati firmatari (fra i quali tre dell'Unione europea) dovrebbero procedere nell'indicare una posizione comune.

Ma non solo Iran. Durante il suo discorso, il presidente degli Stati Uniti ha annunciato che il segretario di Stato, Mike Pompeo, si sta “recando in Corea del Nord per preparare il mio incontro con Kim. Magari ci sarà un accordo, anche con l'aiuto della Cina, per un futuro di pace per tutti”.