La Ue si ammorbidisce: niente sanzioni ai Paesi in crisi

Elasticità nei confronti dei Paesi che hanno scelto la strada delle riforme. E’ la linea scelta a Jean Claude Juncker (che giusto due giorni fa ha annunciato il varo di un piano da 310 miliardi di euro). Lo ha detto in un’intervista a Repubblica. “Nessuna punizione, non sono un burocrate – ha spiegato Juncker –  Ho fatto la scelta di non sanzionare. Sarebbe stato facile punire i Paesi che non rispettano le regole del patto: bastava applicare la procedure previste. Ma io -ha detto- ho scelto di lasciarli parlare e ascoltare”. Tra le nazioni “salvate” ci sono Italia, Francia e Belgio “da cui abbiamo ricevuto lettere con impegni precisi e circostanziati”.

Ma la scelta di una linea soft non significa rinunciare al rigore: “Non ci stiamo assolutamente allontanando dalla strada del risanamento dei conti pubblici” ha chiarito Juncker, evidenziando, tuttavia che la Commissione “è un organo politico, non burocratico”. Quanto all’analisi dei risultati ottenuti “sarà approfondita e per nulla compiacente – ha sottolineato- per alcuni paesi saranno necessari sforzi supplementari. Ma un conto è dire chiaramente come e perchè non si rispettano gli impegni del patto. Un altro è punire con sanzioni e procedure”. Il presidente della Commissione Europea è poi entrato nel merito nel piano di investimenti “Se avessimo chiesto più fondi dal bilancio Ue – ha spiegato – avremmo dovuto avviare una procedura di modifica dei trattati”. “