La Camera boccia la dichiarazione d'emergenza

Brutta batosta per Donald Trump ma, forse, c'era da aspettarselo: la Camera a maggioranza democratica boccia la dichiarazione di emergenza voluta dal presidente degli Stati Uniti per riuscire a realizzare il muro con il Messico, approvando la risoluzione di stop con 245 sì e 182 no. Ora la palla passa al Senato ma l'ultramaggioranza necessaria affinché la proposta di Trump passi appare estremamente difficile, anche considerando che alla Camera un nutrito gruppo di repubblicani si è unito ai democratici nel tirare una riga rossa sulla risoluzione del presidente. Ora, mentre il presidente è ad Hanoi per incontrare Kim Jong-un, sul fronte interno la situazione rischia di farsi pesante: senza approvazione niente muro e senza muro niente ottemperamento di una delle promesse cardine della sua campagna elettorale. Il che, a 2019 inoltrato, potrebbe essere un problema in vista delle presidenziali.

Situazione in bilico

Ma il voto, pur non così lontano, è ancora questione da verificare. Nel concreto, Trump rischia di tornare da Hanoi con una brutta sorpresa, visto che il veto promesso necessita di numeri che, al Senato, sembrano quantomeno improbabili (basterebbe un solo repubblicano a schierarsi coi democratici, qualora tutti votino allo stesso modo, per far saltare tutto). Nel suo discorso alla Nazione durante lo State of Union, il Tycoon aveva chiaramente palesato la presenza di una crisi umanitaria, diretta causa della suddetta emergenza nazionale che il presidente intendeva porre come motivazione per giustificare la famigerata barriera sul Rio Grande. Eppure, fino a poco prima della partenza per il Vietnam, Trump ci aveva provato a tenere i suoi in riga: “Spero che i nostri grandi senatori repubblicani non si lascino guidare sulla debole e inefficace sicurezza delle frontiere: senza forti confini, non abbiamo un Paese forte… Siate forti e intelligenti, non cadete nella 'trappola' democratica di Open Borders and Crime”.

Incognita Senato

La strategia di Trump alla Camera non ha funzionato ma, tutto sommato, era prevedibile visto che sulla questione la speaker democratica, Nancy Pelosi, era sempre stata scettica. Il problema, semmai, è capire quale sia la situazione interna al Gop e quanti, anche al Senato, andranno a bannare, forse definitivamente, uno dei mantra elettorali di quella che fu la campagna del Tycoon.