ISTANBUL: RIVISTA ISLAMICA COLPITA DA UN ATTENTATO, 1 MORTO E 3 FERITI

La violenza non si arresta nel medio oriente. Nella notte a Istanbul è esplosa una bomba davanti agli uffici di una rivista islamica, causando un morto e tre feriti, come ha reso noto la polizia. L’ordigno era stato posizionato davanti alla porta del giornali Adimlar, nel quartiere popolare di Kagithane, ed è esplosa quando questa è stata aperta, uccidendo un collaboratore della rivista, Usal Zor, fratello del direttore. Altre 3 persone, tra cui il direttore stesso, Osman Zor, sono rimaste ferite, e ora sono ricoverate negli ospedali della zona.

La piccola redazione è vicina al gruppo Fronte radicale islamico Ibda-C, precisa Zaman online. I motivi di quello che ha tutta l’aria di essere un attentato non sono stati chiariti, non si sa quindi se dietro ci siano ragioni politiche o criminali, e non ci sono state rivendicazioni. A causa dell’esplosione parte della facciata è stata distrutta, al terzo piano del palazzo, dov’era la sede del periodico.

La rivista Adimlar si era schierata su posizioni pro-Isis e fortemente anti-americane, tanto che in una recente intervista alla Cnn, lo stesso direttore si era definito un “rivoluzionario islamico”, nonché sostenitore del gruppi jihadista del califfo al-Baghdadi. Nonostante manchino riferimenti sui possibili colpevoli, un collaboratore della rivista, rimasto illeso, ha dichiarato alla Cnn che “questa è opera della Cia e del Mossad”. La paura cresce, dato che l’attentato arriva a due mesi e mezzo dalle cruciali elezioni politiche turche del 7 giugno, e quindi si teme che ci possano essere ulteriori azioni. Soprattutto perché il presidente Pecep Tayyip Erdogan è stato più volte accusato di aver appoggiato in Siria anche l’Isis, con l’ossessione di far cadere l’alevita Bashar al Assad per sostituirlo con un governo sunnita dei suoi Fratelli islamici.  Di recente anche i New York Times ha rilevato che in Turchia la censura si è abbattuta su siti atei e blasfemi, oscurando tra gli altri quello di Charlie Hebdo, mentre continuano ad operare indisturbati quelli che propagandano la Jihad e sostengono l’Isis.