Attentato a Mosca, la Russia attacca: “Terroristi addestrati da Kiev”

Nonostante l'indagine in corso, l'Fsb muove nuove accuse nei confronti dell'Ucraina. Minacciate anche rappresaglie

Crocus City Hall Mosca
Foto © Avvenire

Nuove accuse nei confronti dell’Ucraina per l’attentato alla Crocus City Hall di Mosca. Nonostante abbia negato ogni coinvolgimento nella strage di venerdì scorso, Kiev resta al centro delle attenzioni della Russia, che la ritiene in parte responsabile dell’accaduto. Nelle scorse ore, il presidente Vladimir Putin aveva confermato l’azione di estremisti islamici, senza tuttavia abbandonare i sospetti sui rivali. Ora, i servizi di sicurezza interni (Fsb) parlano di terroristi addestrati da Kiev e si ventila l’ipotesi di una rappresaglia.

Attentato a Mosca, gli Fsb contro Kiev

Il direttore dei servizi di sicurezza interni russi (Fsb) Alexander Bortnikov ha dichiarato che i servizi segreti dell’Ucraina hanno contribuito all’attentato terroristico di Mosca che è stato perpetrato da islamisti radicali. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti. Bortnikov ha detto che gli attentatori del Crocus City Hall sono stati “addestrati da Kiev in Medio Oriente”. E che i risultati preliminari dell’inchiesta indicano un coinvolgimento degli Usa e della Gran Bretagna nell’attacco a Mosca.

Minacce di rappresaglia

La Russia risponderà con misure di rappresaglia all’attacco dei terroristi al Crocus City Hall di Mosca, ha aggiunto Bortnikov, citato dalla Tass. Bortnikov spiega che il capo dei servizi segreti militari ucraini, Kirylo Budanov, “è un obiettivo legittimo per le forze militari russe, così come ognuno che perpetra crimini contro la Russia”. L’Ucraina si preparava ad accogliere “come eroi” i terroristi che hanno compiuto l’attacco al Crocus City Hall di Mosca, ha detto Bortnikov, citato dalla Tass.

La Corte di Mosca che si occupa della strage al Crocus City Hall ha tramutato in arresto il fermo di un ottavo sospetto nell’attacco. Si tratta di Alisher Kasimov, originario del Kirghizistan ma cittadino russo. L’uomo è accusato di avere affittato un appartamento ai presunti terroristi, ma lui ha detto di averlo fatto senza sapere di chi si trattasse.

Il commento di Putin

Tre giorni dopo la strage Vladimir Putin è tornato ieri a rivolgersi ai russi, e al mondo intero, per ammettere che l’attacco al Crocus City Hall è stato compiuto da “estremisti islamici“. Ma allo stesso tempo ha rilanciato i sospetti su Kiev, affermando che l’inchiesta dovrà appurare “chi è il mandante” della strage. “Dobbiamo rispondere alla domanda perché i terroristi cercavano di andare in Ucraina e chi li aspettava là”, ha affermato il presidente in un incontro con i suoi collaboratori sulle misure da adottare dopo l’attentato, il cui bilancio è salito a 139 morti, mentre un centinaio di feriti rimangono ricoverati in ospedale.

“Un’intimidazione alla Russia”

L’attacco è stata “un’intimidazione alla Russia e sorge la domanda chi beneficia di questo”, ha aggiunto, accusando gli Usa di “cercare di convincere tutti” che Kiev non ha avuto alcun ruolo nella strage. Per poi ordinare ai suoi di riferirgli costantemente di come procedono le indagini sui terroristi arrestati, ma anche sui loro “mandanti”.

È ancora presto per parlare di quale sarà la reazione della Russia se sarà provata la partecipazione dell’Ucraina nell’attacco di venerdì al Crocus City Hall di Mosca. Lo ha detto alla Tass il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “Un’inchiesta è in corso, non sarebbe corretto fare speculazioni ipotetiche in questo momento”, ha detto il portavoce.

Fonte: Ansa