Israele rafforza i controlli contro l’ebola

Il mondo è in allerta per il sempre più diffuso virus dell’ebola. Lo stato di Israele ha deciso che aumenterà i controlli negli aeroporti soprattutto per quanto riguarda i viaggiatori che arrivano dalle zone africane più a rischio come Liberia, Sierra Leone e Guinea. Si è presa questa decisione dopo una riunione di governo presieduta da Benyamin Netanyahu e Israele si dice preoccupato soprattutto dopo i casi di ebola verificatesi in Spagna e in America.
Intanto dalla Spagna, una fonte che vuole rimanere anonima, informa che l’infermiera ausiliaria, ricoverata da lunedì per aver contratto il virus da un missionario rimpatriato dall’Africa e morto alla fine di settembre, sembra stare meglio ed ha ricominciato anche a parlare. L’ospedale di Madrid riferisce che Teresa Romero mangia ed è di buon umore.

Dagli Usa non arrivano notizie confortanti perché le autorità hanno annunciato che un operatore sanitario ha contratto l’ebola nell’ospedale texano dove era stato ricoverato Thomas Duncan, il primo americano ad essere contagiato. La Bbc riferisce che presso l’ Health Presbyterian Hospital è stato appurato che l’operatore è stato contagiato dopo un test preliminare condotto nel laboratorio statale di salute pubblica di Austin. Il Dipartimento dei servizi per la salute dello Stato del Texas (Dshs) fa sapere che “test di conferma saranno condotti dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta”.

Da Londra Boris Johnson, sindaco della capitale, è convinto che l’ebola prima o poi colpirà Londra. In particolare Johnson se la prende coi controlli negli aeroporti definiti “tutt’altro che perfetti” se non verrano associati ad esami del sangue per tutti i viaggiatori provenienti dall’Africa Occidentale.