Isis, nuovo attacco all’arte. Rasi al suolo i monumenti di Nimrud

Non si arrestano le barbarie dei jihadisti dello Stato Islamico in Iraq che hanno “raso al suolo con le ruspe” l’antica città assira a sud est di Mosul. “Elementi del califfato portandosi dietro grandi mezzi meccanici hanno distrutto i monumenti e le rovine dell’area archelogica di Nimrud”, ha riferito un testimone all’emittente curda. La notizia è stata confermata da un responsabile media del partito democratico del Kurdistan (Pkk), il quale ha spiegato che l’opera di distruzione del territorio è in atto già da una settimana. La zona non è lontana dalla località in cui, alla fine di febbraio, i terroristi entrroano nel museo di Mosul devastando statue e manufatti preziosi minacciando di cancellare le radici della civiltà e dell’uomo.

L’Isis continua “a sfidare la volontà del mondo e i sentimenti dell’umanità”, scrive il governo iracheno sottolineando che all’inizio di quest’anno gli uomini di al Baghdadi avevano annunciato l’intenzione di distruggere i reperti archeologici considerati offensivi per l’Islam. La zona colpita dalla furia jihadista è identificabile con il territorio dell’antica Ninive, la biblica Calah che dal giugno del 2014 è sotto il controllo dei miliziani. Fondata dal re Shalmaneser tra il 1274-1245 a.C. e divenne capitale dell’impero assiro circa quattrocento anni dopo, sotto il potere di Assurbanipal II.

I primi scavi risalgono al 1845 e dopo un interruzione di quasi ottant’anni, ripresero nel 1849 fino ai primi anni ’70 riportando alla luce resti del palazzo reale, sculture, statue e molti altri manufatti antichi di valore inestimabile. Tra questi di particolare importanza è il cosiddetto “tesoro di Nimrud”, una raccolta di gioielli d’oro e pietre preziose conservati nel caveau della Banca centrale della capitale irachena e quindi sopravvissute al saccheggio dei jihadisti.