Indagato il legale di Trump

Periodo difficile per Donald Trump e non solo sul fronte siriano. Il ritorno sulla scena di James Comey ha agitato non poco le acque dalle parti di Washington, riportando a galla gli antichi rancori mai del tutto sopiti fra presidente ed ex direttore dell'Fbi, da lui licenziato in tronco un anno fa. Le parole di Comey, di per sé, rappresentano più che altro un motivo di fastidio per il Tycoon, con la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, a indicarlo come “privo di credibilità” in quanto “ha violato il rapporto di fiducia col presidente, gli agenti dell'Fbi e il popolo americano”. Decisamente più urgente, dal punto di vista interno, è l'ingiunzione che la Procura federale di New York ha emanato nei confronti di Michael Cohen, legale di lungo corso Trump, affermando che è indagato nell'ambito di un'inchiesta legata in particolare “ai suoi interessi personali”.

Cohen e i documenti

Non è ancora chiaro quale sia l'accusa mossa nei confronti di Cohen, i cui uffici erano stati perquisiti nei giorni scorsi dagli uomini dell'Fbi, i quali avevano messo sotto sequestro numerosi documenti nell'ambito dell'indagine sul Russiagate e non solo. A ogni modo, pare che l'inchiesta sia in corso da mesi e che, dopo l'analisi di diversi account, era stato precisato che nessuno di questi conteneva scambi fra il legale e il presidente. Quest'oggi, Cohen ha partecipato a un'udienza a Manhattan, nella quale ha chiesto a un giudice federale di impedire al dipartimento di Giustizia statunitense di leggere i documenti che, fra quelli sequestrati lunedì, sono relativi al suo rapporto con il presidente. Una richiesta che si scontra con l'inchiesta sul Russiagate condotta dal procuratore speciale Robert Mueller, secondo il quale proprio in quei documenti potrebbero trovarsi elementi interessanti a far luce sulle presunte interferenze russe durante le presidenziali del 2016.

Fra Mueller e McCabe

Nella giornata di ieri, le voci sul possibile naufragio della prospettiva di un colloquio fra Trump e Mueller si erano rincose in modo disomogeneo: se da una parte qualcuno, come la Cnn, aveva spiegato che le trattative fra legali si erano interrotte, la Nbc aveva fatto sapere che il faccia a faccia era saltato in quanto Mueller avrebbe trovato nei documenti sequestrati del materiale talmente interessante da rendere superfluo un eventuale incontro. L'ombra dell'inchiesta dunque si allarga considerevolmente e il ritorno in auge di Comey rappresenta un ulteriore elemento di destabilizzazione per la Casa Bianca. Trump, infatti, ha affidato via Twitter un altro attacco, nel quale ha messo nel mirino l'ex vicedirettore dell'Fbi, Andrew McCabe, accusato di essere “totalmente controllato da Comey… Nessuna collusione, tutto inventato da questo covo di ladri e delinquenti”. McCabe è stato attaccato dal Tycoon dopo che un organo di controllo interno al dipartimento di Giustizia ha stabilito che egli rilasciò dichiarazioni fuorvianti circa il suo ruolo in rivelazioni di stampa su Hillary Clinton poco prima delle elezioni nel 2016.