Il piano della Grecia: 7 miliardi dal fisco e lotta all’evasione

È attesa a Bruxelles della lettera che Tsipras dovrà presentare entro la mezzanotte alle Istituzioni, quelle che prima erano chiamate troika, sul piano da 7 miliardi che devono essere recuperati. Secondo quanto anticipato dal tabloid tedesco Bild, il piano prevede di ricavare 2,5 miliardi di euro da una patrimoniale sui greci più ricchi, in particolare su armatori e oligarchi, lo stesso importo dovrebbe arrivare dal recupero di tasse arretrate, mentre 2,3 miliardi arriveranno dalla lotta al contrabbando di benzina e sigarette, per un totale di 7,3 miliardi di euro.

Il piano però rischia di aprire un delicato fronte all’interno di Syriza, il partito di Tsipras: il motivo sta nel fatto che durante la campagna elettorale il Partito di sinistra aveva promesso di abolire totalmente il regime di austerità contenuto nel memorandum del precedente governo, mentre il sì greco all’Eurogruppo di venerdì scorso vuol dire accettare ancora quelle imposizioni, in cambio di credito per altri quattro mesi. L’economista deputato di Syriza, Costas Lapavitsas, ha chiesto una riunione immediata del partito” esprimento “profonda preoccupazione” per l’accordo del governo con l’Eurogruppo”, dato che non è in linea con il programma elettorale del premier di Atene. A riguardo parla anche l’eroe della resistenza greca, Glezos, che dichiara Tsipras un traditore, perché “è un mese che aspettiamo la messa in pratica delle promesse del nostro programma – e continua – mi scuso con il popolo greco perché ho partecipato a questa illusione”. Anche il deputato propone un incontro del partito perché “tra oppressori e oppressi non può esserci alcun compromesso”, e perché queste misure non permetteranno alla Grecia di combattere la disoccupazione, la povertà e i suicidi da crisi”. Addirittura il vice ministro del welfare Dimitris Stratouli avrebbe bollato le scelte di Tsipras come “un passo indietro rispetto alle promesse elettorali”.

Ma la posizione di Tsipras e Varoufakis è estremamente delicata, dato che la fuga di capitali dalle banche e la paura di rimanere con le casse vuote li hanno costretti ad archiviare i propositi di rivoluzionare i rapporti con la Ue. Il numero uno di Atene ha dovuto trovare la via del compromesso per non rischiare il default e il caos finanziario e sociale. E ora, per tenere la Grecia in Europa, Ue, Bce e Fmi, ovvero la troika che Atene aveva giurato di voler combattere come il peggior nemico, attendono con ansia il nuovo piano di riforme del governo.

I problemi non si limitano al partito di Syriza, ma si trascinano anche in Europa, dalla quale serve un voto favorevole.  Il commissario europeo agli Affari Economici Pierre Moscovici ha spiegato che la Commissione europea si aspetta dalla Grecia un piano di riforme “ambizioso”, ma “finanziariamente realistico”. Anche il governo tedesco ha insisto che il piano di riforme debba essere “convincente” e soddisfare i criteri dell’Eurogruppo. Lo ha detto Martin Jaeger, portavoce del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. “Le istituzioni – ha spiegato Jaeger – precedentemente chiamate `troika´, riceveranno l’elenco, lo esamineranno ed esprimeranno un parere. Su questa base – ha proseguito – i ministri dell’Eurogruppo decideranno se si tratta di una lista abbastanza convincente”.