Il capo dell’agenzia atomica: “Gli Usa non affossino l’accordo sul nucleare” 

Nei prossimi giorni Donald Trump scioglierà le riserve sulla certificazione dell’accordo del 2015 sul nucleare iraniano e dalle autorità di Teheran arriva l’ennesimo appello affinché l’intesa non naufraghi. Intervenendo durante la Conferenza Amaldi sulla cooperazione internazionale per la sicurezza nucleare, il terrorismo e la non proliferazione (che si conclude oggi a Roma), il capo dell’Agenzia Atomica Iraniana, Ali Akbar Salehi, ha invitato gli Usa a non affossare l’accordo.

Il patto, che tanti sforzi ha richiesto ai negoziatori, ha detto Salehi, “è semplicemente troppo prezioso perché si permetta che venga minato o indebolito”, e l’Iran è sicuro che questa opinione sia condivisa “dall’intera comunità internazionale“, contro la “percezione negativa” che ne hanno gli Stati Uniti. Ma sfortunatamente, ha osservato, l’approccio “ingannevole” e “negativo” dell’amministrazione Trump “non fa ben sperare” nel futuro. Tuttavia, ha proseguito, “vi è molto di più in gioco per la comunità internazionale degli interessi nazionali dell’Iran – che gli Usa intendono colpire – in caso di dissoluzione dell’accordo”. E naturalmente, ha aggiunto, il ritiro da parte di Washington avrebbe “serie” conseguenze sulle politiche iraniane. In caso contrario invece “si aprirebbe la strada per la soluzione di altre importanti questioni simili”.

Anche per Susi Snyder, presidente dell’Ican, l’organizzazione per il bando alle armi nucleari, premio Nobel per la Pace 2017, quello con l’Iran è stato davvero un ottimo accordo che ha evitato una guerra e salvato vite e dovrebbe essere sostenuto da tutti”. L’Aiea, ha aggiunto, “ha detto che l’Iran sta facendo tutto quello che deve fare” in base all’accordo e “dobbiamo avere fiducia degli esperti“.

Infine, secondo Amos Yadlin, ex capo dell’Intelligence militare israeliana “non è il momento né ci sono le condizioni perché gli Usa si ritirino adesso dall’accordo sul nucleare di Teheran”. Per Yadlin – che è anche direttore dell’Istituto sugli studi per la sicurezza nazionale (Inss) – “migliorare l’accordo è un obiettivo che dovrebbe essere perseguito nel medio e lungo termine, ma solo dopo aver creato le condizioni di una pressione internazionale sull’Iran in modo da costringerla ad accettare le restrizioni offerte”. L’ex capo dei servizi segreti militari dello Stato ebraico ha poi spiegato che “la prima cosa che gli Usa devono raggiungere è l’allineamento con gli alleati per nuove risoluzioni Onu contro i test dei missili balistici di Teheran e le sue attività terroristiche in Medio Oriente” non coperte dall’intesa sul nucleare.