I manifestanti di Hong Kong rinunciano al referendum sul prosieguo della protesta

Domenica sera, a Hong Kong, si sarebbe dovuto tenere il referendum informale sul proseguimento della protesta o l’accettazione delle proposte governative avanzate la scorsa settimana. Ma i leader del movimento Occupy Central hanno deciso all’ultimo momento di sospenderlo. Il loro leader, Benny Tai, spiega la scelta come “una mossa per compattare la protesta, e non per interromperla”.
Tai, tra gli organizzatori dell’occupazione di tre aree strategiche del centro cittadino, iniziata lo scorso mese per chiedere a Pechino elezioni più democratiche nel 2017, non ha tuttavia escluso che il referendum potrebbe esser riorganizzato. La decisione, spiega, “sarà tuttavia frutto di una decisione collegiale e non di una piccola élite”. Al momento, sono già in corso consultazioni tra i manifestanti, ma la decisione di sospendere l’iniziativa ha avuto come risultato quello di un ritorno ad una protesta compatta tutta attorno alle proprie linee.

“Abbiamo ignorato il fatto che un movimento civile non riguarda solo il diritto di voto, ma anche prendere decisioni dalla base verso l’alto – ha affermato Tai – adesso dobbiamo ritirarci di un passo e vedere se sarà necessario un altro voto”.
Le iniziative che il folto gruppo di manifestanti intraprenderanno d’ora in avanti saranno tutte tese a ridefinire la protesta, e sono già in corso i colloqui con i rappresentanti politici dei gruppi democratici appartenenti ai cinque distretti elettorali cittadini, che potrebbero portare alle loro dimissioni aprendo così la strada ad una crisi amministrativa locale, per poter indire nuove elezioni.