Così Ankara terrà sotto controllo Kardak

Uno scalo e una torre di osservazione per controllare i movimenti della Grecia intorno a Kardak, piccola isola dell'Egeo contesa tra Ankara e Atene

Proteste

Solo ieri infatti il ministero degli Esteri greco ha convocato l'ambasciatore turco in seguito a uno speronamento tra una motovedetta turca e un'imbarcazione della guardia costiera greca. “Un atto provocatorio” secondo Atene, “un incidente” per Ankara. Secondo l'agenzia turca Dha le due infrastrutture saranno edificate a un miglio di distanza dal tanto conteso scoglio, in risposta alla costruzione di una torretta che le autorità greche hanno predisposto sull'isola di Kalolimnos a 2 miglia da Kardak (Imia per i greci).

La vicenda

I problemi nascono nel 1996, quando un mercantile turco si arenà sugli scogli dell'isola (che misura circa 40 ettari). L'intervento dei soccorsi da entrambe le parti fece scattare la disputa territoriale, con i greci che piantarono una bandiera sull'isolotto. Gesto non gradito dai turchi, che non esitarono a far partire gli incrociatori da Smirne per contrastare i militari greci in arrivo dal porto dal Pireo. Il picco di tensione tuttavia fu toccato quando uno sbarco notturno delle forze speciali di Ankara si concluse con una bandiera turca piantata sull'isolotto e la morte di tre soldati greci. Per evitare una escalation furono necessarie forti pressioni da parte della comunità internazionale, Stati Uniti e Onu compresi.

Gli accordi

In base agli accordi turco-italiani del 1932 l'isola, considerata un'insieme di scogli, dovrebbe rientrare nella giurisdizione del Paese più vicino. Con la Turchia distante 7 km e la Grecia 5 dovrebbe appartenere a quest'ultima. Ankara tuttavia preme sul fatto che i 7 chilometri costituirebbero una distanza misurata dalla terra ferma, mentre i 5 km di distanza dalla Grecia si riferiscono all'isola di Kalolimnos e non intende pertanto rinunciare all'isolotto.