Barbarie in Iraq, l’Onu denuncia lo Stato Islamico: “Atti di una disumanità inimmaginabile”

La guerra che stanno combattendo lo Stato Islamico e le forze regolari dell’Iraq è dinamica e in continuo mutamento. Negli ultimi due giorni, infatti, le truppe irachene – con l’aiuto del forte contributo statunitense – sono riuscite a strappare dal controllo degli jihadisti le cittadine di Amerli e Suleiman Beg, a 160 chilometri da Baghdad e abitate da turcomanni di origine sciita. E se il possesso di “terreno” continua ad allontanarsi dalle mani degli eredi di Al Qaeda, le barbarie umanitarie restano lì dove sono. Non cambiano le torture, non cambiano le esecuzioni di massa, non cambiano gli stupri e non cambia nemmeno la schiavizzazione delle donne. “Ipocriti e infedeli” devono morire, secondo l’organizzazione che da mesi sta assediando il nord della Siria e dell’Iraq.

E il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite sta rispondendo. O almeno ci sta provando: fedeli dell’ISIS da una parte e stato iracheno dall’altra, sono stati condannati per le atrocità commesse durante il conflitto e sarà a breve inviata sul luogo una missione inquirente per raccoglierne le prove. Il Consiglio, in una risoluzione, “condanna con i termini più forti possibili le violenze sistematiche e gli abusi” dei diritti umani, e aggiunge che “queste azioni possono costituire crimini di guerra e crimini contro l’umanità”.

L’Organizzazione ha chiesto la condanna per i responsabili delle presunte violazioni, mentre il governo iracheno è stato invitato a rispettare i diritti umani nella sua lotta contro lo Stato Islamico e a promuovere la libertà religiosa all’interno del Paese. Il segratario di Stato USA John Kerry, tra pochi giorni, sarà in visita nella regione per istituire una coalizione contro i jihadisti e per visionare, assieme ai rappresentanti iracheni, il grave problema di sicurezza che continua ad affiancarsi a quello umanitario: solo Baghdad, infatti, è stata bersaglio di due autobombe che hanno provocato almeno 18 morti. E a questi si aggiungono le altre 1400 vittime che secondo l’Onu sono state “mietute” nel solo mese di agosto.

Ai fondamentalisti sono stati attribuiti “Atti di una disumanità inimmaginabile”: i profughi, ad oggi, sono 600mila. Donne di tutte le età vengono rapite dai miliziani, allontanate da padri, figli e mariti e poi vendute come schiave o prostitute. Le scuole sono state occupate a causa dell’avanzata continua dell’ISIS e per bambini e ragazzi quest’annata scolastics sarà “Molto difficile”, secondo quanto riferisce l’Unicef. Le scuole delle due città Ninve e Ambar neanche apriranno. E queste atrocità vanno ad aggiungersi a quelle denunciate una settimana fa in Siria, dove è addirittura riemerso l’uso di armi chimiche contenenti cloro e di bombe barile capaci di uccidere centinaia di persone in pochi minuti.

 

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