Maxi sequestro di beni alla cosca Labate

Le cosche dell'Ndrangheta sotto il mirino della finanza. Stamattina i finanzieri del Comando provinciale reggino e del Nucleo speciale polizia valutaria – con il coordinamento della Dda diretta da Giovanni Bombardieri – hanno sequestrato beni per 33 milioni di euro appartenenti a esponenti della cosca Labate, operativa nei quartieri Gebbione e Sbarre di Reggio Calabria.

Tra i beni confiscati figurano il patrimonio e quote sociali di 5 complessi aziendali, 62 tra fabbricati e terreni, rapporti finanziari/assicurativi, disponibilità finanziarie e 3 automobili.

La 'ndrina Labate

In particolare, tra i soggetti interessati al provvedimento figurerebbe anche Michele Labate, di 62 anni, ritenuto esponente di vertice della cosca insieme al fratello Pietro e già condannato per associazione mafiosa. Pietro (1950), latitante dall'aprile 2011, è stato arrestato nel quartiere Gebbione di Reggio Calabria il 12 luglio 2013 e successivamente condannato in primo grado a 20 anni di carcere per estorsione e associazione mafiosa.

Gli altri interessati dal provvedimento sono i fratelli Remo Giovanni e Remo Pasquale già condannati a 15 anni di pena detentiva per il reato – tra gli altri – di concorso in associazione per delinquere di tipo mafioso. La misura di prevenzione patrimoniale ha, altresì, interessato il patrimonio immobiliare degli eredi di Finti Antonio cl. ‘42, imprenditore reggino deceduto nel 2014. Finti era deputato al reimpiego dei proventi illeciti attraverso acquisizioni immobiliari.

Con la confisca di oggi – avviata in esecuzione di un provvedimento dell'Ufficio misure di prevenzione del tribunale su richiesta del procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci e del pm Stefano Musolino – il valore dei beni sottratti alla 'Ndrangheta dalla Guardia di finanza di Reggio negli ultimi 18 mesi sale ad oltre 630 milioni.