Covid Italia: i principali fatti dalla nazione

Il Presidente Fico: "La Fase due è fondamentale come la Fase uno: tutti sappiamo che nella riapertura in sicurezza il comportamento individuale è fondamentale e io sono ottimista"

Dal governo non c’è alcuna volontà di protrarre questo lockdown residuo”. Ad affermarlo il premier Giuseppe Conte nel corso dell’incontro con Rete Imprese Italia. Il presidente del Consiglio si riferisce alle attività della vendita al dettaglio e degli esercizi commerciali. “Se c’è la possibilità di anticipare qualche data, possiamo anche valutare delle aperture ulteriori”, ha spiegato, sottolineando che con il piano del ministro della Salute e con le informazioni che Regioni ed enti locali dovranno mandare giornalmente “siamo nelle condizioni di un piano che ci consenta di tenere sotto controllo la curva del contagio anche a livello territorialmente molto circoscritto”.

Fico, parola chiave è comunità e Stato

“I dati del contagio e tutti gli altri numeri sono in netto miglioramento: questo vuol dire che l’Italia s’è riscoperta comunità, dal nord al sud. La parola chiave è comunità e Stato, solidarietà”. Lo afferma il Presidente della Camera, Roberto Fico. “La Fase due è fondamentale come la Fase uno: tutti sappiamo che nella riapertura in sicurezza il comportamento individuale è fondamentale e io sono ottimista”.

Le posizioni dei vari esponenti

Per le prossime riaperture “dobbiamo concludere il monitoraggio del ministro Speranza, dall’11 al 14 maggio ci saranno le nuove linee guida per bar, ristoranti, centri estetici, parrucchieri, negozi al dettaglio. Poi, dal 18 maggio, probabilmente ci saranno regioni che potranno fare in sicurezza. Ma prima del 18 lo escludo. Dopo il 18 ci sarà una valutazione del Cdm su base scientifica e la differenziazione territoriale sarà molto probabile”, ha detto Boccia. “Bar e ristoranti sono nel nostro cuore, tutti vogliamo vederli aperti, ma per fare questo è necessario fissare regole chiare”, ha detto ancora il ministro. Perché, si chiede, rischiare “per 5-8 giorni di differenza? Non è meglio avere certezze per servire il caffè rispetto al distanziamento sociale? Lo dico per il cliente e per il dipendente”. Boccia lancia quindi “un appello a ristoranti e bar, sono il simbolo di un certo modo di essere italiani, unico: ci siamo ma stiamo anche correndo, tanto, per tenerli in sicurezza”.

“Domani (oggi, ndr) abbiamo un importante Conferenza dei governatori delle Regioni, poi ci sarà quella Stato-Regioni: opinione di tutti è che non si possa più aspettare oltre e, opinione della maggior parte dei governatori, è il fatto che occorra stabilire dei piani di apertura regione per regione. É quello che chiederemo domani (oggi, ndr) al governo ovvero di modificare il Dpcm in vigore oggi per consentire alle singole regioni di presentare piani di riapertura già a partire dalla prossima settimana”. Lo ha spiegato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, nel punto stampa serale di aggiornamento sull’emergenza coronavirus.

Considerazioni sulla Toscana

“Penso, ad esempio, che in Toscana si potrebbe anticipare la riapertura di alcune tipologie di attività che invece il governo fissa in date uguali per tutto il territorio nazionale”, ha affermato dal canto suo il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani che invita il governo a tener di conto di due necessità fondamentali: “Definire le riaperture con un calendario differenziato tra le regioni e occuparsi da subito del settore del turismo”. Rispetto alle riaperture di alcune attività, il presidente dell’Assemblea Toscana auspica che “il decreto valorizzi misure di carattere regionale, perché in rapporto alla situazione sanitaria delle singole regioni ciò che è stato finora prospettato è penalizzante per alcuni territori. Non appare congruo, infatti, che valgano le stesse regole sia per la Toscana, che oggi registra solo 26 nuovi contagi, che per la Lombardia e il Piemonte dove i casi di nuovi contagi sono ancora centinaia”. Sulla base di ciò, e sempre in presenza delle misure di sicurezza necessarie, Giani avanza la proposta che in Toscana bar e ristoranti, così come i parrucchieri e i saloni per la cura della persona, possano riaprire lunedì 18 maggio e non il primo di giugno come annunciato dal governo; per il commercio al minuto propone di anticipare a lunedì 11 maggio la riapertura del commercio al minuto, per ora prevista, invece, per lunedì 18 maggio. Secondo Giani è dunque possibile anticipare la ripresa su base regionale. “Ci sono le condizioni – spiega, – perché il paese sta affrontando bene, in qualche caso anche brillantemente, l’emergenza sanitaria. Quindi è giusto far ripartire la realtà sociale, economica e civile, perché ogni giorno di attesa in più rischia di far pagare a tutti i cittadini un pedaggio troppo alto all’emergenza”.

A Palermo è stato trasferito un malato covid italiano dalla Guinea

È già ricoverato nel reparto di terapia intensiva e rianimazione dell’ospedale ‘Cervello’ di Palermo Jesus Jaime Mba Obono, l’informatico di 49 anni, di nazionalità italiana, che si trovava ricoverato in ospedale a Malabo, nella Guinea equatoriale, suo paese d’origine, dopo aver contratto il coronavirus. Intorno alle 5 è atterrato nel capoluogo siciliano l’aereo militare messo a disposizione dal governo italiano. Ne dà notizia la famiglia. L’aereo della Aeronautica militare era decollato ieri, intorno alle 15,30 da Pratica di Mare. Un volo militare in alto bio contenimento, organizzato, su richiesta del ministero degli Affari esteri, dal ministero della Difesa. A bordo l’équipe dell’Aeronautica militare formata da sanitari, medici ed infermieri specializzati nell’assistenza ai pazienti affetti da malattie infettive in totale isolamento. Jesus Jaime è sposato con la palermitana Chiara Beninati, entrambi sono molto impegnati nel sostegno alle comunità africane. La Farnesina aveva raccolto due giorni fa l’appello della donna, disperata per il marito in gravissime condizioni e bisognoso di cure come la dialisi.

Il governo lavora a norma per mascherine gratis ai poveri

Il governo è al lavoro su una norma per garantire la fornitura di mascherine gratis a chi sia in difficoltà economica. Lo spiegano fonti ministeriali. Della misura si sarebbe discusso negli ultimi vertici di maggioranza: per l’intervento dovrebbero essere stanziati fondi ad hoc nel decreto di maggio.

In Piemonte sequestrate 10mila mascherine illegali

La guardia di finanza di Torino ha sequestrato oltre 10mila mascherine certificate illegalmente da una società cinese. Tre persone sono state denunciate per frode in commercio. Le mascherine, acquistate in grosse quantità dalla Cina, erano sì certificate ma da una società cinese non autorizzata ad apporre i necessari sigilli di garanzia e addirittura inserita in una sorta di black-list che la bandiva dall’effettuare tali procedure di garanzia.

Sindaco del Bresciano positivo al Covid-19 dopo due mesi

Febbre alta per una settimana e forte debilitazione. Il Covid-19 non ha risparmiato figure istituzioni di riferimento in piccole e grandi città, ma la storia del primo cittadino di Edolo (Brescia), Luca Masneri, 38 anni, sembra ancora lunga, dopo sessanta giorni. “Dal 9 marzo sono in isolamento – racconta Masneri a Tgcom24. – Oggi sono totalmente asintomatico e mi sottoporrò all’ottavo tampone, ma dopo il quinto negativo, il sesto e il settimo sono risultati positivi e la paura, più che per me stesso, è per chi mi è stato vicino”. Durante l’emergenza sanitaria che ha duramente colpito il Bresciano, come la Bergamasca, Masneri è rimasto in prima linea e ha visto mancare parenti, amici, vicini di casa: su 4.500 abitanti, 53 positivi e 5 decessi e nel mese di marzo +400% morti rispetto al marzo 2019. “Ma sono un ottimista e ho già presentato il primo progetto per ripartire a Regione Lombardia”, aggiunge.

Resistere al Covid-19 da due mesi deve essere ancora più dura in un contesto fortemente colpito.
“Dopo la prima settimana di febbre alta e forte debilitazione, ora sto bene e sono asintomatico anche se dopo sette tamponi risulto ancora positivo. Ho continuato comunque anche dal mio isolamento l’attività istituzionale, perché il mio paese aveva bisogno di me. Passavo le giornate al telefono con cittadini disperati perché lasciati soli mentre stavano male e si sentivano di morire soffocati”.

Sindaco, cosa è successo?
“All’inizio della vicenda si parlava di una banale influenza e ciò ha fatto abbassare la guardia anche dopo il caso di Codogno. Io stesso ho continuato a partecipare ad affollatissime riunioni istituzionali e a portare avanti il mio lavoro: tra fine febbraio e i primi di marzo vedevo 50-60 persone al giorno, ma poi mi sono accorto da vicino di come invece il fenomeno fosse significativo e il sistema sanitario nel picco di marzo non ha retto, perché ci siamo ammalati tutti contemporaneamente. Così io, mentre combattevo contro il coronavirus a casa, passavo la giornata al telefono con i miei cittadini che mi chiamavano perché lamentavano di essere abbandonati a loro stessi e, senza neanche bombole di ossigeno, mi chiedevano aiuto. Morire soffocati è la peggior fine. Da soli a casa o con famigliari che potevano assistere impotenti”.

Un’esperienza che l’ha toccata profondamente in prima persona?
“Un’esperienza che ci ha toccati tutti, parenti, amici, con la paura di essere veicolo di infezione. E il Covid-19 ha creato un prima e un dopo nella nostra comunità, come tutti gli eventi metastorici. Lo dico con certezza anche come vicepresidente della Conferenza dei Sindaci di Ats della Montagna”.

Oggi l’aspetta l’ottavo tampone: a seconda del risultato ci saranno altri giorni di attesa prima del ritorno alla sua scrivania. Quale sarà il primo progetto politico che presenterà?
“Abbiamo già presentato il nostro progetto alla Regione Lombardia attraverso l’Ats: la proposta è di creare qui un centro attrezzato con impiati di ossigeno e tutto l’occorrente per le cure intermedie, che sia un riferimento per tutta la Val Camonica e serva da decompressione per gli ospedali in vista dell’autunno e del prevedibile ritorno del coronavirus o di virus simili, perché abbiamo visto che nel tempo se ne sono succeduti diversi, Sars compresa. Questo perché mai più la gente malata rimanga a casa per ospedali troppo affollati e resti da sola nel proprio letto, non assistita, a morire. Sono un ottimista di natura e dico che dobbiamo prepararci ora, perché alla prossima occasione si regga l’urto”.

Calcio, la bundesliga riprenderà da metà maggio

La Germania fa da apripista per la ripartenza del calcio: oggi la Lega tedesca deciderà se il primo match dopo due mesi di stop si giocherà il 15 maggio o nel weekend successivo. In Italia invece ad “oggi è impossibile dare una data certa: dobbiamo almeno verificare la curva dei contagi delle prossime due settimane“, afferma il ministro Spadafora.