Aborto, Com. Giovanni XXIII: “Donne ingannate e abbandonate a casa”

Meloni: "Le nuove linee guida sulla somministrazione della pillola RU486 senza ricovero ospedaliero obbligatorio sono un balzo indietro per le donne"

Giovanni Paolo Ramonda

Facilitare il ricorso all’aborto significa ingannare le donne sulla tragicità di questo evento ed abbandonarle a se stesse senza tentare di aiutarle a superare le difficoltà che inducono ad abortire. Inoltre l’aborto con la RU486 segna ancor più le donne in quanto sono loro che impediscono a loro figlio di venire alla luce e perché molte di loro vedono i resti del piccolo”.

È quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito all’annuncio del Ministro della Salute, Roberto Speranza, sulle nuove linee guide che prevedono l’aborto farmacologico in regime di day hospital e fino alla nona settimana di gravidanza.

“Dal nostro lavoro sul campo – continua Ramonda – sappiamo che quando le donne e le famiglie sono aiutate con opportuni sostegni, allora molte decidono di continuare la gravidanza e dare alla luce un figlio. Questa è la vera libertà, quella senza condizionamenti”.

Giorgia Meloni: “Balzo indietro per le donne”

“Le nuove linee guida sulla somministrazione della pillola RU486 senza ricovero ospedaliero obbligatorio, aggiornate dal ministro della Salute Speranza, sono un balzo indietro per le donne e non un passo in avanti verso una maggiore ‘libera autodeterminazione femminile’ come vuol far credere la sinistra.

Trasformare l’aborto farmacologico in una pratica casalinga ‘fai da te’ significa prima di tutto abbandonare a loro stesse le donne che ricorrono alla somministrazione della pillola, senza controllo medico, senza un sostegno psicologico e far vivere in solitudine un processo difficile e pericoloso”. Lo dichiara la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

“Non calcolare il rischio potenziale che questa scelta comporta è da irresponsabili – prosegue – si fa furore ideologico sul corpo delle donne, calpestando il principio della tutela della salute e contravvenendo anche a quanto contenuto nella legge 194/78, sulle condizioni di sicurezza richieste per l’interruzione volontaria della gravidanza”.

Giorgia Meloni

Parere Css: “Con pillola Ru486 non servirà il ricovero”

Per abortire con la pillola Ru486 non servirà più il ricovero. E’ quanto indica il parere del Consiglio Superiore di Sanità al quale il ministro della Salute Roberto Speranza aveva chiesto una valutazione. Ad anticiparlo sono stati i quotidiani La Repubblica e Il Messaggero.

“Le evidenze scientifiche sono molto chiare – ha detto il ministro Speranza sul primo giornale – il Consiglio Superiore di Sanità e le società scientifiche hanno espresso un parere favorevole univoco. Queste nuove linee guida sono un passo avanti importante e rispettano pienamente il senso della legge 194, che é e resta una norma di civiltà nel nostro paese”.

Aifa

Le nuove linee guida attendono una piccola verifica da parte dell’Aifa. Il parere degli esperti del Consiglio Superiore di Sanità indica anche che l’aborto farmacologico possa essere praticato fino a 63 giorni di gestazione superando la limitazione di 7 settimane in vigore ora, potrà essere somministrato sia in consultorio che in ambulatorio e la donna (alla quale prima dell’assunzione del farmaco dovrà essere spiegata la procedura e le possibili conseguenze) dopo mezz’ora potrà tornare a casa.

Dopo due settimane é prevista la visita di controllo. Il parere consiglia anche di escludere dall’uso di questa pillola le donne molto ansiose, con una bassa soglia del dolore e che vivono in condizioni igieniche precarie.

Gandolfini

Diversi i pareri negativi. Oggi, si è espresso anche Massimo Gandolfini del Family Day. “Assumere la Ru486 senza ricovero è un attentato alla vita e alla salute della donna, alla quale viene indicata una soluzione che banalizza l’aborto e che la lascia sempre più sola in una decisione drammatica”.

Avvenire, sconcertante che si parli di libertà

E’ “sconcertante come tante reazioni esultanti parlino di un passo verso una maggiore libertà delle donne. Libertà di essere sole, di certo. Libertà di fare tutto di nascosto, deresponsabilizzando in tanti casi i compagni”.

E’ quanto scrive Avvenire sulle nuove linee guida sulla Ru486. “Non c’è nessuna conquista di civiltà – sottolinea il giornale dei vescovi – nel togliere tutele alle donne e fare dell’aborto un fatto privatissimo. Che si tolgano tutele alle donne è un fatto”.

“Una spiegazione forse si può trovare in un altro passaggio: nel parere si sottolineerebbero anche i vantaggi economici, in termini di risparmi per la sanità pubblica. Su questo – conclude -, non c’è dubbio”.