Viaggio nell’Abbazia che ispirò Umberto Eco

Dalla Sacra di San Michele al nome della rosa: suggestioni dal passato nel monastero simbolo del Piemonte

Forse non tutti sanno che in Val di Susa si trova l’abbazia che ispirò ad Umberto Eco il celeberrimo romanzo “Il nome della rosa”. Si tratta dell’Abbazia di San Michele della Chiusa, nota come la Sacra di San Michele, che si trova in cima al Monte Pirchiriano ad appena 45 chilometri da Torino.

Un luogo simbolo del Piemonte

La suggestione letteraria di un romanzo di fama mondiale è però solo un motivo in più per visitare un sito di notevole valore artistico e di grande fascino religioso considerato – non a torto – uno dei luoghi simbolo dell’intero Piemonte. Per questo riteniamo giusto segnalarlo all’attenzione di coloro i quali non lo conoscono ancora e che non sanno quanto meriti un viaggio, una gita o un pellegrinaggio questo bellissimo complesso architettonico.

L’atmosfera medioevale

La basilica sarebbe stata costruita a cavallo dell’anno 1000 divenendo subito un punto di riferimento della spiritualità benedettina. Tra le cose da visitare nell’imponente struttura architettonica segnaliamo la Torre della Bell’Alda, alta quasi 20 metri; la statua di San Michele Arcangelo alta oltre cinque metri; i portali Carlo Felice e dello Zodiaco, le Stanze dei Savoia e la Biblioteca.

Una meta anche per chi ama lo sport

Il complesso è interessante anche dal punto di vista naturalistico e dell’escursionismo. La Sacra di San Michele si può raggiungere a piedi attraverso due percorsi alternativi che partono rispettivamente dall’abitato di Chiusa San MIchele e da Sant’Ambrogio. Un altro itinerario parte dalla borgata Mortera di Avigliana. Ma esistono anche altre opportunità per chi ama le ascensioni alpinistiche oppure i sentieri escursionistici.

Storia e leggenda

Intorno alla Sacra di San Michele sono da sempre sorte molte leggende. E due anni fa, nel gennaio del 2018, un grande incendio ha causato notevoli danni al tetto del Monastero Vecchio della Sacra evocando atmosfere degne del grande romanzo di Umberto Eco.