Tavoletta (Acli Terra): “Urge una manutenzione delle infrastrutture idriche”

L'intervista di Interris.it a Nicola Tavoletta, presidente nazionale di Acli Terra, sulle ripercussioni della siccità nel comparto agricolo

Siccità (© PublicDomainPictures da Pixabay)

L’inverno appena trascorso e questo inizio di primavera sono stati e sono fortemente segnati dalla mancanza di piogge e dalla correlata diminuzione delle precipitazioni nevose, soprattutto nell’Italia settentrionale. A titolo di esempio si pensi che le nevicate sono diminuite del 53% sull’arco alpino e il bacino del Po ha fatto registrare un deficit del 61%. Ciò ha provocato numerosi effetti nell’ambito dell’agricoltura italiana, causando perdite molto elevate in tutto il settore primario e lambendo di conseguenza alcune delle eccellenze alimentari del Made in Italy. Interris.it, in merito alla situazione attuale del comparto e alle misure necessarie per la sua tutela, ha intervistato il presidente nazionale di Acli Terra Nicola Tavoletta.

Il presidente nazionale di Acli Terra Nicola Tavoletta (© Archivio Acli Terra)

L’intervista

Quali effetti sta avendo la siccità prolungata sul comparto agroalimentare italiano?

“La siccità prolungata sta avendo numerosi effetti sul comparto agroalimentare italiano. Nell’Italia Settentrionale, ad esempio lo scenario, come affermato dagli stessi agricoltori nel nostro recente convegno tematico di Milano, è cambiato radicalmente negli ultimi otto anni, tanto che, alcune volte, si semina nella polvere. Gli sforzi tecnici sono aumentati incredibilmente, così anche i costi che incidono su tutta la filiera. Nell’Italia Centromeridionale si è creata una combinazione terribile con l’aumentare dei costi dei carburanti che incidono sul funzionamento dei pozzi artesiani. Tutto questo ha fatto aumentare i costi di produzione e di vendita. Ora vi è una generale presa di coscienza del fenomeno e quindi una reazione, sia culturale che economica o tecnica. Il Governo ha appena approvato il Decreto “Siccità”, che ha misure utili. Però la battaglia è prima di tutto culturale. Noi sprechiamo l’acqua in città, non in agricoltura. Quella usata nei campi ritorna in falda. Si pensi che sprechiamo il 36% dell’acqua e l’obiettivo è di non superare il 20%. Dobbiamo continuare anche con gli investimenti sulle infrastrutture per la gestione idrica.”

In che modo, secondo lei, le istituzioni dovrebbero intervenire per far fronte a questo fenomeno e salvaguardare il comparto agricolo?

“In parte, anche con l’ultimo decreto “Siccità” del Governo Meloni e con i fondi stanziati dal Governo Draghi la risposta di investimento già c’è. Ora la realizzazione dei 400 invasi già progettati diventa impellente. La manutenzione di tutte le infrastrutture idriche urge, da trent’anni non viene svolta e siamo scesi dal 14% all’ undici per capacità di raccolta delle acque. In Italia abbiamo ancora tanta acqua la dobbiamo saper gestire.”

Quali sono gli auspici e le azioni di Acli Terra per il contrasto alla siccità?

“Mi soffermerei sull’azione culturale ed educativa per formare gli studenti, quindi le nuove generazioni, affinché sappiano gestire il patrimonio idrico soprattutto nelle città. Le grandi riforme sociali si iniziano a scuola. Comunque, in ACLI TERRA chiediamo meno ansia mediatica, che è generata dai media a scopi di audience e consumistici, e su una maggiore cultura volta ad attrezzare la nostra consapevolezza. Portiamo avanti la proposta di legge per il riconoscimento dell’agricoltore “Custode dell’ambiente” perché dobbiamo sostenere il loro operato, anche economicamente, di cura del territorio, spesso utile ad evitare il dissesto idrogeologico. L’agricoltura ha una grande funzione di tutela sociale ed ambientale, sostenendola saremmo tutti più forti.”