Tavoletta (Acli Terra): “Il caro energia sta avendo ripercussioni drammatiche”

L'intervista di Interris.it a Nicola Tavoletta, presidente nazionale di Acli Terra, sulle conseguenze del caro energia nel settore agricolo

L’incremento del prezzo dell’energia e delle materie prime provocato dalla guerra in Ucraina sta determinando una forte risalita dei costi di produzione per l’insieme delle aziende agricole e zootecniche. In particolare, allo stato attuale, l’11% delle aziende agricole è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, mentre il 30%, a causa dell’aumento dei vari incrementi, si trova in condizioni di reddito negativo. Interris.it, in merito alla situazione attuale del comparto agricoltura e zootecnia, ha intervistato il presidente nazionale di Acli Terra, Nicola Tavoletta.

Nicola Tavoletta, presidente nazionale di Acli Terra

L’intervista

Quali ripercussioni sta avendo il caro energia sul comparto agroalimentare e sull’allevamento?

“Il caro energia sta avendo delle ripercussioni drammatiche. I costi incidono con una percentuale altissima sull’equilibrio delle aziende e sul prezzo dei prodotti quando arrivano sul mercato. L’inflazione pesa sui produttori, le loro famiglie e sui consumatori. Non è solamente un tema di costi ma anche di reperibilità dei prodotti, faccio un esempio che non riguarda prettamente il mondo agricolo, ma una risorsa del mondo rurale, nel settore dell’acqua e delle bibite sta scarseggiando la Co2 in quanto, i pochi stabilimenti che la producono, hanno difficoltà nella produzione e nella distribuzione. La situazione è peggiore di quanto la consideriamo oggi dal punto di vista mediatico. La gestione quotidiana delle famiglie e dei produttori trova in questa situazione due aspetti negativi, i costi e la reperibilità delle merci”.

Quali sono le misure di sollievo che Acli Terra auspicherebbe per il settore agricolo e zootecnico in questo periodo storico?

“Acli Terra, già nello scorso giugno, è stata la prima organizzazione a dichiarare la necessità di un tetto europeo sui costi delle energie per i produttori, attraverso un sistema di limitazione statale, affinché le cifre per i pagamenti, fossero bloccate. Siamo stati i primi a proporlo. Ora, abbiamo visto che, la politica e le altre organizzazioni, seguono i nostri passi. Speriamo che, nell’immediato, il governo e l’Unione Europea, si attrezzino per intervenire in questo senso. Quando si parla del tema energia, si cita anche tutto il settore delle produzioni alternative, come ad esempio l’agrivoltaico, per quanto riguarda il settore agricolo. Acli Terra sta facendo e farà una campagna a sostegno dell’agrivoltaico, che non rappresenta una soluzione definitiva ma ulteriore nel sistema di distribuzione dell’energia”.

In che modo la guerra in Ucraina si sta ripercuotendo sui sistemi agricoli europei? Quali misure dovrebbero essere introdotte per attenuarne gli effetti?

Grano Russia

“L’accordo fatto a Istanbul tra Ucraina, Russia, Turchia e Onu ha sbloccato più di trenta navi che portano un enorme quantitativo di cereali e altri prodotti del settore agricolo ucraino nel mondo, in particolar modo in Africa dove, senza questi, si verifica una crisi di approvvigionamento delle persone, ad esempio, nel Corno d’Africa, da mesi, c’è una siccità atroce. In riguardo all’Europa il tema è di diverso genere, per cui l’Ucraina produce principalmente prodotti finalizzati alla zootecnia per i quali, nel giro di qualche mese, abbiamo cercato di trovare altre soluzioni. Quindi, nell’immediato, si è avuto un impatto difficile per le aziende italiane e europee ma, successivamente, stava per essere risolto. Non c’è invece un vero problema dei prodotti ucraini nella filiera agroalimentare italiana, in quanto acquistiamo i grani in altre nazioni, come ad esempio il Canada. In Ucraina sono rimaste ferme derrate enormi di cereali che, prevalentemente, erano destinate ai mercati del Nord Africa, del Medio Oriente e dell’Africa Orientale, con un impatto di tipo sociale sull’Europa in quanto, mettendo in difficolta questi popoli, si sono scatenate situazioni di fibrillazione sociale, politica e di incremento dei flussi migratori”.