Yemen, una nazione martoriata dalle carestie e dal colera

Due terzi della popolazione dello Yemen, cioè 17 milioni di persone, soffrono di grave insicurezza alimentare: di questi, sette milioni sono sull’orlo della carestia. È un quadro sconcertante quello che è emerso dalle parole del direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, intervenuto ieri in videoconferenza da Ginevra alla riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Non solo. Nel Paese, 10 milioni di bambini necessitano di aiuti umanitari urgenti a causa della guerra, fame e la recente epidemia di colera. E’la denuncia di Andrea Iacomini, Portavoce dell’Unicef Italia.

La più grande crisi umanitaria odierna

Secondo il direttore generale della Fao, quella in Yemen è “la più grande crisi umanitaria odierna”. Secondo stime dell’Onu, sono più di 10 mila le vittime civili del conflitto, iniziato nel 2014. A pagare il prezzo più alto della guerra, la popolazione. Ai microfoni di Radio Vaticana, Monika Tothova, economista della Fao, ha sottolineato: “Già da prima dell’escalation del conflitto la situazione alimentare in Yemen era critica con alti tassi di malnutrizione: sette milioni di persone al momento sono classificate in emergenza alimentare. In una scala di severità da uno a cinque, l’emergenza è al numero quattro; la carestia è al numero cinque. Dunque senza un supporto umanitario adeguato, alcune di queste persone potrebbero cadere nella carestia. La situazione è diversa nelle varie aree del Paese: è peggiore nelle zone dove i combattimenti sono più intensi e gli operatori umanitari non hanno accesso”. Inoltre, José Graziano da Silva ha fatto notare che il conflitto e la violenza hanno gravemente minato i mezzi di sostentamento agricoli nel Paese: “Il settore agricolo è stato pesantemente danneggiato dal conflitto. I contadini non hanno accesso alle loro terre. Semi, fertilizzanti, carburanti non sono disponibili o, se ci sono, hanno costi esorbitanti. Inoltre, al momento nel Paese la siccità sta ulteriormente complicando il problema”. Anche la sanità pubblica è al collasso. Crollati anche i servizi veterinari: “Il bestiame è diminuito in termini numerici. Le condizioni degli animali sono peggiorate a causa della mancanza di medicinali, di pascoli e di acqua”.

E’ emergenza siccità

“L’acqua in Yemen è una risorsa estremamente scarsa e il conflitto ha peggiorato il problema. La mancanza di acqua ha aumentato il rischio di malattie: infatti si è verificata una grave epidemia di colera. Al momento quasi 300 mila yemeniti sono malati e non hanno accesso a cure adeguate a causa del conflitto”. La Fao ha evidenziato è necessario trovare soluzioni politiche di lungo termine per raggiungere una pace sostenibile, tuttavia bisogna trovare soluzioni per combattere la malnutrizione: “La nostra priorità – ha spiegato Monika Tothova – è l’aumento della produzione agricola delle famiglie yemenite. Finora la Fao ha supportato quasi mezzo milione di persone attraverso la fornitura di sementi, di medicinali, di vaccini per il bestiame. Inoltre stiamo supportando la riabilitazione delle infrastrutture agricole distrutte dal conflitto”.

Bambini senz’acqua

In Yemen 10 milioni di bambini hanno bisogno di aiuti umanitari urgenti stretti tra guerra, fame e la recente epidemia di colera: “Diventeranno un nostro problema solo quando inizieranno a scappare?”. E’ quanto ha dichiarato Andrea Iacomini, Portavoce dell’Unicef Italia. “Mentre il Paese si scontra con la guerra tra le forze armate governative e i ribelli Houthi, alla popolazione mancano le cure mediche essenziali – ha aggiunto Iacomini – non hanno acqua potabile, un’adeguata nutrizione né un sistema igienico-sanitario e di istruzione adeguato. Molte persone tra coloro che si sono ammalate o sono morte a causa del colera soffrivano di malnutrizione, i più vulnerabili sono i bambini: 2 milioni sono affetti da malnutrizione acuta e quasi mezzo milione di malnutrizione acuta grave che rischiano ogni giorno di essere contagiati. Inoltre il sistema sanitario, già danneggiato dal conflitto, è a pezzi e gli operatori sanitari, che non si sono risparmiati nel rispondere all’emergenza, non ricevono uno stipendio da mesi”. “L’acqua sicura è fondamentale per prevenire il colera. Oltre 500 volontari – ha concluso Iacomini – sono stati formati dall’ Unicef per depurare l’acqua nei pozzi privati, nei serbatoi d’acqua e nelle cisterne, coprendo sia pozzi pubblici che privati per circa mezzo milione di persone. La fame e la guerra però avevano già stroncato le vite di 1.546 bambini prima dell’arrivo dell’epidemia. Lo Yemen rappresenta in questo momento una grave emergenza mondiale eppure la comunità internazionale non sembra interessata a risolverla”.