Un progetto per integrare le ragazze vittime della tratta

“Se vuoi far sapere che il mondo straniero non è un pericolo, devi farne esperienza in prima persona e questo è quello che facciamo ogni giorno a Catania”. Così all'AgenSir suor Rosalia Caserta, Serva della Divina Provvidenza, referente del progetto “Semi di accoglienza” a favore delle ragazze vittime della tratta, finanziato con i fondi della campagna della Conferenza episcopale italiana “Liberi di partire, liberi di restare”.

“Lavoriamo sia per dare sicurezza, competenza, fiducia e sostegno alle ragazze così che possano integrarsi sia per eliminare la diffidenza della popolazione locale”, spiega suor Caserta sottolineando l’impatto positivo che il progetto ha sulla comunità locale. “È davvero un seme: dopo la presentazione di questa iniziativa, per mezzo del ‘tam tam’ si sono creati dei legami, delle collaborazioni, delle nuove amicizie”, commenta la religiosa per la quale tuttavia “occorre lavorare ancora molto sul fronte culturale, senza giudicare, ma aiutando a far conoscere e apprezzare persone che sono piene di valori e di creatività”.

Sono venti le ragazze che, grazie a questa iniziativa, frequentano corsi professionali nella sartoria e nel laboratorio di pasta fresca. “Abbiamo riscoperto – confida – la valenza positiva del lavoro manuale per creare un clima disteso, favorire il dialogo e l’ascolto, il confronto e lo sviluppo della creatività”. A Natale i prodotti dei laboratori sono stati esposti e venduti nel corso di un evento che ha rappresentato una sorta di finestra sulla città.