Rapporto Amnesty: “In Messico scomparse 27mila persone in due anni”

Luce

Sono ancora decine di migliaia i desaparecidos in Messico e in tutto il Centro America. Lo rivela l’ultimo rapporto di Amnesty International incentrato proprio sul tema degli “scomparsi” messicani. Storicamente, l’espressione desaparecidos si riferiva alle persone che furono arrestate per motivi politici, o anche semplicemente accusate di avere compiuto attività “anti governative” dalla polizia dei regimi militari argentino, cileno e di altri paesi dell’America latina, e delle quali si persero in seguito le tracce.

Ma, come rivela Amnesty, la piaga delle persone inghiottite nel nulla è ben lungi dall’essere archiviata. Anzi, la ong internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani ha calcolato che proprio nel Paese del Centro America sono spartite più di 27.000 persone solo negli ultimi 2 anni. Più specificamente, la scomparsa di costoro sarebbe legata al commercio di droghe a causa del narcotraffico.

Ma i conti non tornano neppure sul campo “immigrazione”. Nel 2016 in Messico sono infatti stati fermati 178.254 migranti, ma non risulta alcuna crescita dei permessi di asilo concessi. La domanda della ong è semplice: dove si trovano ora queste persone? Nessuno sa dirlo, ma è assodato che i migranti che affidano le proprie sorti alla criminalità siano in crescendo, così come il numero dei desaparecidos. Situazione ulteriormente aggravatasi da quanto Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca, perché le minacce anti-immigrazione del nuovo presidente Usa e la promessa di costruire un muro lungo il confine messicano sembra abbiano aumentato le fughe clandestine.

Secondo un altro rapporto Amnesty International dello scorso luglio, anche al di qua dell’Atlantico, per la precisione in Egitto, le sparizioni forzate non sono un eccesso isolato delle forze di polizia, ma un vero e proprio “metodo politico” applicato dal regime per mettere a tacere gli oppositori e reprimere ogni dissenso pacifico.

Nel rapporto – intitolato “Egitto: ‘Tu ufficialmente non esisti’. Sparizioni forzate e torture in nome del contrasto al terrorismo” – si legge infatti che nel Paese dei Faraoni scompaiono 3-4 persone al giorno e viene descritto in dettaglio i casi emblematici di 17 persone sottoposte a sparizione forzata, detenute illegalmente per giorni o mesi senza contatti con avvocati e familiari. Emblematico, ma purtroppo non isolato, il caso del dottorando italiano Giulio Regeni, rapito il 25 gennaio 2016 e il cui corpo senza vita fu ritrovato solo il 3 febbraio successivo.