Le dimissioni del premier sono “come una dichiarazione di guerra”

Venti di guerra in Libano. Il premier libanese Saad Hariri, annunciando oggi a sorpresa le prorie dimissioni, ha infatti detto: “Il braccio dell'Iran nella regione sarà tagliato” riferendosi a Hezbollah. Hariri era stato ricevuto da Papa Francesco in Vaticano lo scorso 13 ottobre.

“Dichiarazione di guerra”

Sull'argomento è intervenuto il sacerdote maronita Rouphael Zgheib, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Libano. “In termini politici” spiega Zgheib all'Agenzia Fides “le dimissioni di Hariri e le modalità con cui sono state comunicate appaiono come una vera dichiarazione di guerra. Si rimette in discussione l'equilibrio che si era creato in Libano dopo l'elezione del Presidente Aoun. Speriamo che per il Paese non si riaprano le porte del caos e della paralisi istituzionale”.

Visita a rischio

I nuovi sviluppi politici potrebbero far saltare l'imminente visita in Arabia Saudita del Patriarca maronita Bechara Boutros Rai, invito consegnato da Walid Bukhari incaricato d'affari dell'ambasciata saudita in Libano. 

La visita in Arabia Saudita avrebbe dovuto svolgersi nelle prossime settimane, e il Patriarca Rai avrebbe incontrato anche Re Salman e il Principe ereditario Mohamed bin Salman. Adesso che Hariri sembra essersi stabilito in Arabia per paura di un attentato alla sua persona, la trasferta del Patriarca rischierebbe di apparire come una scelta di campo “e questa – spiega Zgheib – non è certo l'intenzione dei Patriarca, che aveva già dichiarato di essere disposto a visitare l'Arabia Saudita per aprire nuovi ponti verso tutti”.

“Il suo principale intento era quello pastorale e religioso, ma dalle nostre parti la religione si intreccia sempre con la politica. Adesso – conclude il sacerdote maronita – tutte le carte sono rimescolate, e ognuno si deve rifare i suoi conti”.