Innovazione e sostenibilità: Scuola Superiore Sant’Anna e Maffi ripensano le Residenze sanitarie assistenziali

Competenze manageriali e cross-fertilization tra funzioni differenti (infermieri, assistenti sociali, riabilitatori, amministrativi) per accrescere la cultura dell’organizzazione e per affrontare le sfide future della presa in carico delle persone fragili 

Europa
La pandemia ha evidenziato l’importanza(e la fragilità) delle Rsa. Nell’emergenza Covid è tragicamente emersa la necessità di ripensare le Residenze sanitarie assistenziali. Oltre cento Rsa della Regione Toscana aderiscono al sistema di valutazione delle performance. Un metodo sviluppato dal Laboratorio Management e Sanità dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna. La responsabile scientifica del progetto è la ricercatrice Sara Barsanti. Gli anziani che vivono nelle RSA non sono soltanto semplici pazienti. E’ fondamentale, quindi, capire le loro esigenze e la loro esperienza. Nonché quella dei familiari e degli operatori. Ciò costituisce, infatti, una “dimensione da monitorare“. Così da assicurare una serena permanenza nella struttura. Garantendo, inoltre, la comunicazione con i familiari.
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Il futuro delle Rsa

Innovazione e sostenibilità, dunque. Scuola Superiore Sant’Anna e Maffi analizzano le Residenze sanitarie assistenziali. Per capire come saranno nel 2050. Da qui l’idea del  primo corso manageriale “ad hoc”. Studiato per le organizzazioni del settore socio-assistenziale. Attraverso una collaborazione. Tra il Laboratorio MeS Management e Sanità dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna. E la Fondazione Casa Cardinale Maffi. L’esperienza della pandemia ha riportato all’attenzione pubblica, sociale e politica una questione. Ossia l’importanza del “setting” (collocamento) residenziale della fragilità e della non autosufficienza. La complessità prodotta dal Covid-19 ha anche messo in evidenza veri aspetti. E cioè la ricerca di soluzioni diverse rispetto al normale agire quotidiano. Questo ha permesso in determinati contesti di trovare un nuovo modo efficiente di funzionare.
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Responsabilità collettive

Per questo motivo serve sviluppare e incentivare la cultura del cambiamento. E la consapevolezza delle responsabilità individuali e collettive. Ciò significa innanzitutto investire sul capitale umano. Coinvolgendo tutti i settori di un’ organizzazione. Dopo sette mesi di formazione in aula e sul campo, si è appena concluso a Pisa il Laboratorio di formazione manageriale. Per il “middle management” delle strutture sociosanitarie. Responsabile scientifica del progetto appunto Sara Barsanti. Assistente di ricerca del Laboratorio MeS. “Il corso- sottolinea Sara Barsanti- da adesso rientra nell’offerta formativa della Scuola Superiore Sant’Anna. L’esperienza è maturata in collaborazione con la Fondazione Casa Cardinale Maffi. E ha confermato l’importanza di partire dal coinvolgimento diretto delle risorse umane nei processi di cambiamento. Non soltanto per migliorarne alcune competenze manageriali e organizzative. Ma anche per ascoltare la voce degli operatori. Rispetto sia al presente che al futuro dell’organizzazione”.

Corso-laboratorio  

Il corso- laboratorio è stato disegnato per diverse realtà del terzo settore. Soprattutto  quelle impegnate nel sociale e nella non autosufficienza. Per la prima volta ha messo insieme operatori clinici-assistenziali e personale amministrativo. Per costruire una squadra che abbia il doppio punto di vista. Ossia prendersi cura dei fragili. E farlo nel modo più efficiente e sostenibile possibile. Sia in termini economici sia sociali. L’obiettivo è riunire in aula persone non soltanto con differenti professioni e formazione. Ad esempio medici. Assistenti sociali. Infermieri. Amministrativi. Ma anche con responsabilità differenti. Ciò ha permesso di rafforzare il senso di comunità. Attraverso un processo di “cross-fertilization”. Capace di incrementare il bagaglio culturale dell’organizzazione. E favorire un gioco di squadra consapevole ed efficace. “E un momento complesso per queste strutture. E’ utile confrontarsi sui risultati, sulle buone pratiche. E creare sinergie– evidenzia Sara Barsanti-. Occorre affrontare l’emergenza e pensare per il futuro ad una gestione più integrata di queste strutture. All’interno del sistema sanitario e sociosanitario regionale e nazionale. Bisogna riprogettare la natura stessa dei percorsi residenziali. Rendendoli più aperti anche verso la comunità di riferimento”.

Un’anziana accolta in una Rsa

Trasformazione delle Rsa

“Sono coinvolti in questo corso 34 dei nostri operatori– sottolinea il presidente della Fondazione Maffi Franco Falorni -. Provengono dalle 8 strutture gestite dalla Fondazione. Tra cui Residenze sociali assistenziali. Residenze sanitarie per disabili. Centri di riabilitazione. Residenze psichiatriche e per persone in stati vegetativi. La Fondazione da tempo è impegnata operativamente. Per trasformare il mestiere di chi si prende cura della fragilità in un’esperienza umana e di servizio. Lavorare con sensibilità e passione significa prima di tutto dare centralità alla persona. Alla professionalità. Ma anche agli strumenti gestionali più avanzati. Come quelli che la Scuola Superiore Sant’Anna ha messo a disposizione dei nostri manager e dei nostri operatori”.