Asta solidale “Peace of art” per l’assistenza ai rifugiati nelle zone di confine

Fino a domenica è in corso l'iniziativa del collettivo @putinpeace in collaborazione con Catawiki, a favore di Cesvi Fondazione Onlus, organizzazione umanitaria impegnata in prima linea per i profughi ucraini

Ucraina
Sighet (immagine di Roger Lo Guarro per Cesvi)

Il mondo dell’arte si mobilita per l’assistenza ai rifugiati nelle zone di confine. L’iniziativa è stata avviata cinque settimane fa e si protrae fino a domenica prossima. Dal 25 febbraio, cioè dallo scoppio del conflitto in Ucraina, hanno aderito a @putinpeace molti artisti visivi e video, fotografi, art director. Inviando opere d’arte alla pagina Instagram come un urlo contro l’invasione russa. Fino a domenica è in corso la mobilitazione artistica e solidale del collettivo @putinpeace. In collaborazione con Catawiki. A favore di Cesvi Fondazione Onlus. Organizzazione umanitaria impegnata in prima linea per i profughi ucraini.

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Sighet (immagine di Roger Lo Guarro per Cesvi)

In soccorso dei rifugiati

Le opere saranno messe all’asta su Catawiki. E il ricavato sarà devoluto a Fondazione Cesvi che sin dalle prime ore dopo lo scoppio della guerra è intervenuta in Ucraina. Un impegno in prima linea svolto nell’ambito della rete internazionale Alliance2015. Sono stati inviati convogli umanitari. E sono stati attivati progetti al confine con Ungheria e Romania. Per supportare la popolazione in fuga. Il progetto “Putinpeace” unisce gli artisti contro la guerra. Lanciano “Peace of art“. Un’asta benefica online: dai social network all’aiuto concreto. Mentre prosegue il conflitto in Ucraina, la pagina Instagram @putinpeace continua a raccogliere opere d’arte e generosità da tutto il mondo. Come un grido contro l’invasione russa. Un urlo compatto da nazioni diverse con un’unica avvertenza. “La galleria chiuderà quando la guerra sarà finita”, recita uno slogan

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Kiev 02/03/2022 – guerra in Ucraina / foto Imago/Image nella foto: camion distrutto ONLY ITALY

Progetto social

“The gallery will close when the war is over”. I tre fondatori (Fabrizio Spucches-Catania 1987, Andreana Ferri- Livorno 1992, Umberto Cofini- Padova 1993) hanno sin da subito affiancato il progetto social con azioni concrete. Spucches ha infatti intrapreso un viaggio di oltre due settimane nelle zone di guerra. Incontrando persone, rifugiati, associazioni umanitarie, volontari. Raccogliendo testimonianze nei centri di accoglienza e sui mezzi in fuga. Dando il benvenuto nell’Unione Europea. Offrendo ogni aiuto e sostegno laddove possibile. Con il materiale raccolto ha condiviso tramite la pagina @putinpeace un racconto day by day. Permettendo ai cittadini ucraini di non sentirsi soli. E a chiunque di partecipare al dramma che si sta consumando attraverso gli occhi delle molte persone ritratte. Lo stesso per Umberto Cofini, che ha intrapreso il viaggio con Francesco Perruccio.

Devastazione a Mariupol, in Ucraina

In continuo aggiornamento

Sono molti gli autori che hanno aderito al progetto. E la lista è in continuo e generoso aggiornamento. Tra coloro che doneranno le opere in asta c’è Pavlo Makov. L’artista ucraino che rappresenterà il Padiglione nazionale alla Biennale di Venezia. Con Sergiy Zhadan. Oliviero Toscani. Jean-Charles De Castelbajac. TvBoy. Goldschmied & Chiari. Giorgio Galimberti. Lady Tarin. Orticanoodles. Giuseppe Veneziano. Ludovica Bastianini. Merle Goll. L’intero ricavato dell’asta “Peace of art” verrà devoluto a favore di fondazione Cesvi. Presente in Ungheria a Záhony e in Romania a Sighet.

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Chernihiv 03/03/2022 – guerra in Ucraina / foto Imago/Image nella foto: deposito olio ONLY ITALY

Assistenza ai rifugiati

L’obiettivo è supportare i rifugiati attraverso l’accoglienza alle frontiere. Offrendo spazi sicuri in cui garantire protezione. Servizi essenziali. Assistenza legale. Riposo. E gioco. Soprattutto per mamme, bambini, anziani e persone con disabilità. Inoltre, in collaborazione con i partner europei di Alliance2015, la onlus Cesvi continua a essere presente in Ucraina per assistere gli sfollati. Garantendo aiuti umanitari e kit medici. “Putinpeace” cerca di fare la propria parte. E chiuderà quando la guerra sarà finita e non vede l’ora di chiudere. L’iniziativa solidale parla a nome di tanti: “Benvenuti nell’Unione Europea”.