Le responsabilità dell’Ue per garantire un Artico sostenibile e pacifico

La Commissione Europea unitamente al servizio per l’azione esterna di recente hanno avviato congiuntamente una consultazione pubblica per definire la politica europea sinergica da seguire per quanto concerne l’Artico nell’ambito di incrementare le politiche del cosiddetto European Green New Deal, con l’obiettivo di contrastare il degrado ambientale e i cambiamenti climatici incentivando nel contempo la mutazione dell’economia in chiave sostenibile.

Tanto premesso, nell’ambito di questa pregevole consultazione pubblica, la COMECE, acronimo della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea, – organizzazione istituita il 3 marzo 1980 e composta dai vescovi europei che ha come obiettivo quello di esaminare la legislazione europea dal punto di vista della dottrina sociale della Chiesa – ha sottolineato la responsabilità dell’Unione Europea al fine di garantire un Artico sostenibile e pacifico che metta al centro dell’attenzione i suoi cittadini dando una più forte articolazione alle dimensioni umane ossia la salute, la sicurezza e l’aspetto socio economico delle comunità locali ma, nel contempo, rafforzare anche la protezione dei diritti umani, compresi i diritti al suolo, sociali, culturali, religiosi e linguistici delle comunità indigene corredati ad una promozione della resilienza della popolazione autoctona in vista dei necessari adattamenti indotti dai cambiamenti climatici.

Alla luce di quanto precedentemente esemplificato è fondamentale che tutti i governanti delle nazioni maggiormente industrializzate adottino una normativa tesa a valorizzare uno sviluppo economico rispettoso dell’ambiente ed in particolare dell’Artico e, contestualmente a ciò, le aziende dovranno incentivare una responsabilità sociale d’impresa tesa a valorizzare l’economia green in ossequio al fulgido pensiero di Papa Francesco magistralmente esemplificato nell’enciclica Laudato Sì: “Vi è un chiaro legame tra la protezione della natura e l’edificazione di un nuovo ordine sociale giusto ed equo. Non vi può essere un rinnovamento del nostro rapporto con la natura senza un rinnovamento dell’umanità stessa”.