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Tra guerra in Ucraina e cambiamento climatico, a chi andrà il premio Nobel per la Pace?

Premio Nobel in bilico tra guerra e climate change. Cresce l’attesa per un forte messaggio di sostegno all’Ucraina. E di condanna dell’aggressione militare lanciata lo scorso 24 febbraio dal presidente russo Vladimir Putin. Un possibile segnale, dunque, sembra in arrivo dalla prossima edizione del Premio Nobel della pace. Un riconoscimento che potrebbe andare a Volodymyr Zelensky. Ma anche agli oppositori del Cremlino. O ancora ai volontari che stanno aiutando i civili colpiti dalla guerra. I bookmakers danno per favorito proprio Zelensky. Il riconoscimento verrà annunciato venerdì 7 ottobre. Il quotidiano Kyiv Independent figura tra le previsioni più accreditate. L’anno scorso il Premio Nobel della pace è andato a due giornalisti, il russo Dmitry Muratov e la filippina Maria Ressa. Dei quali è stato riconosciuto il coraggio di essersi opposti alla leadership delle loro patrie. Denunciando corruzione e malgoverno.

Il Nobel come segno

Il Premio Nobel per la pace, quindi, potrebbe condannare la guerra in Ucraina. O richiamare l’attenzione dell’umanità sui cambiamenti climatici. Il comitato potrebbe onorare i dissidenti o l’impegno dei volontari. Quest’anno Il Nobel per la pace potrebbe condannare la guerra in Ucraina. Riconoscendo gli oppositori del presidente russo Vladimir Putin, i volontari che hanno aiutato i civili o appunto il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy. Profili-simbolo. Oppure la giuria potrebbe porre l’accento sul cambiamento climatico. Riconoscendo così un’attivista ambientale come Greta Thunberg. O potrebbe ancora optare per una sorpresa totale. Come. peraltro, ha già fatto in passato il Comitato per il Nobel. Secondo i bookmaker, il quotidiano Kyiv Independent e Zelensky sono attualmente i più accreditati per la vittoria.

Libro d’oro

Il vincitore affiancherà nell’albo d’oro personaggi storici come Nelson Mandela. Jimmy Carter. Mikhail Gorbaciov. Andrei Sakharov. “Potrebbe essere un premio per i protagonisti interni all’Ucraina. Per l’accertamento dei fatti. E per l’assistenza umanitaria in guerra“, spiega Henrik Urdal. Aggiunge il direttore dell’Istituto di ricerca sulla pace di Oslo. “Potrebbe anche essere un premio per le figure d’opposizione nei Paesi vicini all’Ucraina”, aggiunge. Il riferimento è alla bielorussa Sviatlana Tsikhanouskaya e al russo Alexei Navalny, attualmente in carcere. “Entrambi hanno criticato le azioni della Russia in Ucraina. E sono stati forti sostenitori della democrazia e della non violenza nei loro Paesi”. Tsikhanouskaya e Navalny sono entrambi candidati al premio di quest’anno. Nomi ben presenti nela mente dei giurati  che hanno un’esperienza consolidata nella scelta del vincitore.

La cosa giusta

Migliaia di persone possono proporre nomi. Tra cui accademici. Membri di parlamenti e professori universitari di storia o diritto. Le candidature sono segrete per 50 anni. Ma coloro che le propongono possono scegliere di rivelare le loro scelte. La libertà di parola èmessa sotto tiro in tutto il mondo. A Kiev, un consigliere di Zelenskiy osserva che un premio al presidente riconoscerebbe che “si è assunto la piena responsabilità nel momento più pericoloso“. Sarebbe anche un premio per “il popolo ucraino, che oggi paga il prezzo più alto per il diritto di vivere senza guerra“, evidenzia Mykhailo Podolyak. Ivan Bezdudnyi, un residente di Kiev nato nella città orientale di Mariupol, è convinto che un premio Nobel dedicato all’Ucraina “dimostrerebbe ancora una volta il sostegno del mondo”. “Per il popolo ucraino, sarebbe il segnale che stiamo facendo la cosa giusta, Che siamo sulla strada giusta.  che dobbiamo combattere fino alla fine“, puntualizza l’insegnante 24enne. Tuttavia, Urdal ha dichiarato che l’organismo di premiazione sarebbe “cauto”. Si tratta, infatti, di riconoscere un leader di uno Stato coinvolto in una guerra. Anche se l’Ucraina non l’ha istigata. Poiché una parte in un conflitto armato “è sempre coinvolta in attività che sono problematiche“. 

Pretesto infondato

La Russia definisce la guerra in Ucraina una “operazione militare speciale” per smilitarizzare il suo vicino. L’Ucraina e le nazioni occidentali hanno respinto questa affermazione come un pretesto infondato per un’aggressione. Ma la giuria del Nobel potrebbe anche voler puntare i riflettori sull'”altra minaccia esistenziale” del mondo. Ossia il cambiamento climatico. Dan Smith è il responsabile dell’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma. “Si potrebbe mettere insieme un team di vincitori del Premio Nobel per la Pace”, precisa Dan Smith. Secondo il sondaggio Reuters, Thunberg, il britannico David Attenborough, il ministro degli Esteri di Tuvalu Simon Kofe e il gruppo Fridays for Future sono tutti candidati al premio per la pace di quest’anno. Altri potenziali vincitori sono organizzazioni internazionali come l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR). Il fondo Onu per l’infanzia, l’Unicef. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR). O l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Letteratura

Intanto è possibile che dopo Jean-Marie Gustave Le Clézio nel 2008 e Patrick Modiano nel 2014, i giurati dell’Accademia incoroneranno nuovamente uno scrittore francese nel 2022. I siti di scommesse online britannici la pensano così in vista di giovedì 6 ottobre. Quando a Stoccolma sarà annunciato il vincitore del Premio Nobel per la Letteratura 2022. Le previsioni mettono, infatti, Michel Houellebecq in pole position. L’autore di “Le particelle elementari” è lo scrittore francese vivente più letto al mondo. E  il suo genio visionario difficilmente può essere ignorato dagli accademici svedesi. Ma Houellebecq non è l’unico francese nel toto-Nobel. Si scommette anche su Annie Ernaux, già favorita nel 2021. E e a sorpresa su Pierre Michon che ha esordito in maniera folgorante con “Vite minuscole” (Adelphi).

Giacomo Galeazzi

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