Editoriale

Morti sul lavoro: è necessario andare oltre la retorica

Mi son chiesto da tempo, perchè nonostante i dolorosi incidenti sul lavoro, pur essendo legati da un filo rosso di sangue, dalla semplice evidente incuria, non si riesca ad andare oltre la retorica, oltre la richiesta di più ispettori. Eppure la grandissima parte dei morti si verificano nella stessa filiera produttiva, alla stessa matrice di lavori commissionati dal sistema pubblico. L’ultimo caso di Casteldaccia: sono morti 5 operai in cunicoli fognari nei quali non erano neanche autorizzati ad entrare e privi dei più semplici strumenti di salvaguardia come le mascherine di protezione. Altri 5 lavoratori sono morti mesi fa a nel torinese, travolti da un treno mentre facevano manutenzione nell’appalto ferroviario, senza che nessuno si sia preoccupato né di telefonare né segnalare con i semafori il transito di un treno imprevisto.

Lo sfondo di questi eventi ha come regola sempre gli stessi presupposti: la scarsa o completa non conoscenza della cultura della sicurezza dei lavoratori e degli imprenditori pur disponendo di attestati e patenti a partecipare agli appalti, risultanti dalle credenziali pubbliche rilasciate in precedenza. Dunque, il primo punto che dovrebbe essere messo all’ordine del giorno: la reale corrispondenza tra i requisiti posseduti dalle imprese, e quelli reali consegnati al momento della richiesta di ammissione alla gara di appalto. Va da sé che si dovrebbero ammettere nel circuito dei lavori, subappaltatori altamente specializzati. Se non fosse così non si spiegherebbe del perchè non li dovrebbe svolgere chi ha avuto affidato l’appalto.

Il punto secondo all’ordine del giorno è la forma dell’appalto. Spesso l’appalto utilizzato è al massimo ribasso, cioè si può anche accettare e fare vincere a chi si offre di eseguire l’opera a metà prezzo della base d’asta. Ed a queste condizioni vince sempre chi non è strutturato e adatto all'”arrangiarsi”: tanto poi in un modo o in un altro si vedrà come fare. Ed intanto in questi casi le imprese migliori scappano: capiscono che possono rimetterci prestigio e soldi dovendo anche pagare qualche non invitato di pietra. Quello che è certo, è che a rimetterci è il lavoro fatto male, e i lavoratori mal pagati ed esposti agli incidenti giacché in questi ambiti la sicurezza e salari regolari sottraggono soldi a chi ha altri propositi. Ed allora si dovrebbe sapere cosa fare per sgombrare di rischi dai settori più rischiosi. Gli incidenti possono avvenire ovunque quando imponderabili, ma in questi descritti la prevedibilità è assai alta e si potrà solo ridurre drasticamente con soluzioni applicate a monte, e non a valle da ispettori senz’altro utili, ma solo se i casi di illegalità sono residuali.

Raffaele Bonanni

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