San Cataldo, vescovo e patrono della diocesi di Taranto, Rachau (Irlanda), 610/ 620 ca. – Taranto, 8/03/685. Dai genitori riceve una profonda educazione cristiana: alla loro morte dona tutta l’eredità ricevuta ai poveri.
Grande evangelizzatore. Abbatte i templi pagani. Soccorre con immensa carità i bisognosi. La sua santità è anche avvalorata dagli innumerevoli miracoli.
Quando sente vicina la morte incita il suo clero a sostenere nella fede il popolo perché dovrà affrontare una grande persecuzione. Ricevuti gli ultimi sacramenti rende serenamente la sua anima a Dio. Tutte le campane della città si mettono a suonare spontaneamente. Alla notizia della sua morte è universale il pianto del popolo: Cataldo viene sepolto in cattedrale. Essa è distrutta dai saraceni nel 927; quando, il 10 maggio 1087, si lavora per edificarne una nuova, viene ritrovata la sua tomba: il corpo del Santo, sul cui petto è posta una croce d’oro con inciso il suo nome, emana un soave profumo. La tomba è oggi conservata nella cattedrale di Taranto, nella cappella chiamata “Il Cappellone”.
Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi
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