Soglia della povertà: ecco chi rischia

La nuova fascia di indigenza include "famiglie monoreddito" e "persone che prendono uno stipendio medio di 1.200/1.300 euro al mese e che, quindi, non possono pagare mille euro di affitto"

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Foto di Towfiqu barbhuiya su Unsplash
Sos nuove povertà. “Sta aumentando la fascia grigia di persone sulla soglia della povertà che non riescono a permettersi un affitto”, afferma Vincenzo Lucchetti presidente di Fondazione Solidarietà Caritas di Firenze. Il riferimento è a “famiglie monoreddito” e “persone che prendono uno stipendio medio di 1.200/1.300 euro al mese. E che, quindi, non possono pagare 1000 euro di affitto”. Prosegue Lucchetti: “Se a questo aggiungiamo gli aumenti del costo della vita (i prezzi degli alimenti sono aumentati di circa il 30%), dell’energia, dei costi per le cure sanitarie, queste persone inevitabilmente scivolano verso la povertà“. E’ una fascia grigia, prosegue Lucchetti, a cui porre particolare attenzione. “Da gestire in maniera diversa dalla fascia dei già assistiti. Sono persone che fino a poco tempo fa avevano una vita normale. E ora sono costrette a chiedere aiuto per esempio alle nostre mense o per la distribuzione dei pacchi alimentari“. Una grossa percentuale riguarda gli stranieri ma giovani e italiani, coppie che si sono sposate da poco, stanno aumentando sensibilmente.

Nuove povertà

Nel 2022, nei soli centri di ascolto e servizi informatizzati (complessivamente 2.855) le persone incontrate e supportate sono state 255.957. Nell’insieme i centri di ascolto e i servizi Caritas hanno supportato durante l’anno l’11,7% delle famiglie in povertà assoluta. Complessivamente il peso degli stranieri tra i beneficiari si attesta al 59,6%, con punte che arrivano al 68,5% e al 66,4% nel Nord-Ovest e nel Nord-Est. L’età media è 53 anni per gli italiani e 40 anni per gli stranieri”. Particolarmente grave è il fenomeno dei “working poor“. Ossia di quelle situazioni di povertà personali e familiari, in cui non manca il lavoro, ma il reddito non è sufficiente a una vita dignitosa. Preoccupante è anche la nuova realtà della “povertà energetica”. L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ha comunicato un aumento del 9,2% nel primo trimestre 2024 rispetto all’ultimo trimestre 2023. Gli oneri di sistema pesano così per il 12,8% sul totale della bolletta elettrica.
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Foto Andrea Ninni/Image

Bollette

Nel 2022 il 19,1% degli assistiti Caritas ha ricevuto un sussidio economico, degli oltre 86mila sussidi economici erogati dalla rete Caritas nel 2022 il 45% è stato a supporto di “bisogni energetici”, cioè bollette”. Le persone di cittadinanza straniera risultano prevalentemente coniugate. Gli assistiti italiani invece appaiono divisi tra coniugati, celibi/nubili, separati/divorziati. Tra loro, dunque, lo stato di povertà appare molto correlato a forme di fragilità familiari. Si conferma in tal senso l’esistenza di “eventi svolta” che possono segnare i corsi di vita e le storie individuali contribuendo allo scivolamento verso una condizione di vulnerabilità sociale. Tra gli eventi svolta il diventare genitori. I due terzi degli utenti ha figli (il 65,6%) e tra loro l’80% vive con figli minori. Ciò sta a significare che circa il 52% delle persone che si rivolge alla rete Caritas ha figli minori”.
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Foto di Saulo Mohana su Unsplash

Disoccupazione

Un fattore che accomuna la gran parte degli utenti è il basso livello di istruzione (il 66,5% di loro ha al massimo la licenza media inferiore) e la fragilità occupazionale. Quest’ultima si esprime per lo più con condizioni di disoccupazione (48%) e di “lavoro povero” (22,8%). Rispetto alla storia assistenziale c’è una forte eterogeneità dei casi seguiti dalla Caritas. Accanto alle nuove povertà che pesano per il 45,3% del totale si aggiunge un’ampia fetta di persone che sono seguite da più tempo e che fanno fatica a risollevarsi. Il 21% è seguito da uno o due anni, il 9,3% da 3-4 anni, il 24,4% da cinque anni e più. Tra gli assistiti esiste quindi uno zoccolo di povertà croniche”. Per quanto riguarda l’indagine qualitativa sui “working poor”. Sopravvivere è la parola più citata dai lavoratori poveri. Una condizione che mette in rilievo la consapevolezza di non avere aspettative con un presente che si dilata senza tempo, impossibile da cambiare in modo significativo, nonostante l’impegno personale. Chi sono i lavoratori poveri? Lavoratori in nero, in grigio, part time forzati, con contratti regolari ma tutti con salari inadeguati“.