Le nuove frontiere della riabilitazione, l’esperienza di Aias Monza

L'intervista di Interris.it al dottor Gaetano Santonocito, presidente di Aias Monza, in merito alla nuova tecnologia riabilitativa denominata "Nirvana"

Le terapie di riabilitazione per le persone con disabilità costituiscono un mezzo fondamentale per la cura e il miglioramento delle condizioni di salute e di ogni aspetto della quotidianità di ognuno, favorendo nello stesso tempo, il processo di inclusione. Su questo versante, l’utilizzo delle nuove tecnologie ha consentito di accelerare la riabilitazione, soprattutto per i pazienti in età infantile. Interris.it, in merito a questi temi, ha intervistato il dottor Gaetano Santonocito, presidente di Aias Monza, presidente del Comitato Regionale Lombardo di Aias, membro di tutti i tavoli di confronto in materia di disabilità e Terzo Settore presso Regione Lombardia, membro del Consiglio Nazionale delle Aias, dell’Osservatorio Nazionale sulla disabilità costituito presso l’apposito ministero e facente parte dei gruppi di lavoro concernenti le A.p.S. e lo sport all’interno del Forum del Terzo Settore. Mentre – al livello internazionale – è membro del consiglio di amministrazione di Coface Disability – Confederation of Family Organisations in the European Union – un’organizzazione europea che si occupa del tema della disabilità nelle famiglie.

Il dottor Gaetano Santonocito, presidente di Aias Monza

L’intervista

Quali sono le caratteristiche del sistema di riabilitazione “Nirvana”?

“La caratteristica principale del sistema di riabilitazione ‘Nirvana’ è il grande utilizzo della realtà virtuale. Attraverso delle proiezioni riusciamo a realizzare una serie di situazioni virtuali molto importanti, per far sì che il piccolo paziente compia degli esercizi molto importanti per il processo di riabilitazione attraverso il gioco. Sostanzialmente si fa riabilitazione senza accorgersi di farla e ciò è un grande aiuto per molti bambini che rifiutano le terapie, soprattutto se sono ripetitive. Una delle peculiarità di tale sistema è che, ad esempio, vengono riprodotti virtualmente degli aerei colorati che girano sulla parete e, al bambino viene chiesto di toccarli e far cadere quelli di un determinato colore. Ciò consente di compiere una serie di esercizi al bambino attraverso l’attività ludica. Il sistema, inoltre, memorizza i risultati ottenuti nell’arco temporale e analizzati successivamente dall’operatore, consentendo il confronto nel tempo e vedere l’evoluzione positiva o negativa nel tempo. È una realtà obiettiva e documentata nel corso del tempo per l’effettuazione di una determinata terapia”.

Quali sono le patologie su cui il sistema “Nirvana” ha avuto i risultati migliori in base alla vostra esperienza?

“E’ ancora difficile dirlo perché lo stiamo esercitando solamente da sei mesi. Viene utilizzato sia da persone con disabilità di carattere cognitivo che fisico. ‘Nirvana’, ad esempio, consente di lavorare sia sulla gestione dello spazio che sul passo, attraverso il disegno di ostacoli virtuali sul pavimento che il paziente deve superare attraverso diverse gradazioni stabilite dal terapista e, se l’ostacolo non viene superato, suona un allarme acustico, senza pregiudicare il cammino del paziente oppure sull’orientamento spaziale destra/sinistra nel caso di un deficit cognitivo. I software che abbiamo sono equamente distribuiti per lavorare su diverse patologie e, per quanto riguarda il risultato migliore, consolidato e comparativo, dovremo attendere almeno la fine dell’anno”.

Quest’anno Aias Monza celebra i cinquant’anni di attività, quale bilancio tracciate?

“Il bilancio che tracciamo è estremamente positivo. Dal punto di vista qualitativo, a cui teniamo molto, oggi in Aias Monza è possibile avere una riabilitazione di livello elevato. Quindi, quando si parla di fisioterapia, psicomotricità o logopedia, per noi rappresentano delle macroaree declinate su molteplici specialità, secondo ciò che serve al paziente. Inoltre, noi, oltre alle classiche terapie tradizionali, utilizziamo l’ippoterapia, la pet therapy e, recentemente, in collaborazione con la Federazione Italiana Golf, effettuiamo la golf therapy, una specialità molto esclusiva per raggiungere gli obiettivi terapeutici. Da ciò possiamo capire la qualità che la nostra associazione riesce a dare oggi. Sotto il profilo quantitativo, inoltre, i risultati non sono inferiori perché, ad oggi, in Aias Monza, vengono trattate, dal punto di vista di riabilitazione ambulatoriale, trecento persone al giorno. Facciamo questo da ormai cinquant’anni, pertanto, decine di migliaia di persone, hanno usufruito dei nostri servizi. Su questo versante si parla molto di eccellenza, non sono in grado di valutare se, come molti ci dicono, lo siamo. Però, mi sento di dire che, il lavoro che fanno i nostri operatori è eccellente”.