Giornata delle persone scomparse. Una luce di “verde speranza” dalle finestre

"Chiediamo un piccolo gesto ma molto simbolico. Accendere la sera di lunedì 12 dicembre una candela verde. E porla sul davanzale di una finestra. In modo che la sua luce di 'verde speranza' sia la guida del ritorno in famiglia", affermano i volontari dell'Associazione Penelope

Luce

Una luce per non dimenticare. “Lo scomparso non è un fantasma. Non è un mistero. Non è un interrogativo- affermano i volontari dell’associazione Penelope-. Tutti noi potremmo essere una persona scomparsa. Ci rivolgiamo perciò ai cittadini. Affinché si facciano portatori di un gesto di solidarietà e di vicinanza alle famiglie di persone scomparse. Oltre alla diffusione degli appello chiediamo un piccolo gesto ma molto simbolico. Accendere la sera di lunedì 12 dicembre una candela verde. E porla sul davanzale di una finestra. In modo che la sua luce di ‘verde speranza‘ sia la guida del ritorno in famiglia. Aspettiamo le foto da condividere sui nostri canali social”.

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Luce per il ritorno

Penelope Italia da 20 anni si occupa di sostenere le famiglie di persone scomparse. E ogni anno in occasione della Giornata dedicata alle persone scomparse ha un obiettivo. Cercare di sensibilizzare cittadini ed istituzioni su un fenomeno ancora sottovalutato. “Si avvicinano le feste natalizie. Un periodo dove i sentimenti di fratellanza e solidarietà sono maggiormente rappresentati- sottolineano i volontari dell’associazione-. E’ purtroppo proprio in questo periodo gioioso per tanti, che in alcune famiglie si fanno più vivi i sentimenti di dolore. Di incomprensione. E di solitudine. Ne deriva un’accentuata esigenza di solidarietà individuale e collettiva. Un moto condiviso da tutti e da ciascuno.Luce

Sguardi

La frenesia e la corsa ai regali fanno dimenticare gli sguardi di chi si è perso. Si è allontanato. E’ sparito. E non ha fatto più ritorno dai propri affetti. Talvolta sono sguardi divenuti noti all’opinione pubblica attraverso i mass media. Sono sguardi diventati “famosi” per la loro storia di scomparsa. Per esempio quelli di Roberta Ragusa, Antonio Loconsole, Maria Chindamo, Daniele Potenzoni. “Ma mille altri sguardi ci sono da ritrovare e da riportare a casa– esortano i volontari dell’associazione Penelope-. Aiutateci a condividere gli appelli sui canali sociali Facebook e Istagram. In numerose occasioni sono stati determinanti nel ritrovamento di una persona gli appelli sui social. E le loro condivisioni”.Luce

62 mila scomparsi

Oggi l’Italia conta quasi 62 mila persone scomparse. “Il mondo degli scomparsi ci impone un approccio nuovo e moderno”, afferma a Interris.it l’avvocato Daica Rometta legale di Penelope Italia. Ai diversi operatori è richiesta, quindi, “una sensibilità ed una preparazione diversa e moderna. Che possa permettere loro di sondare. E di capire, per quanto sia possibile, un mondo complesso. Quale è quello della scomparsa. Un mondo dinamico. Con tante sfaccettature”. E che esige risposte mirate. Al fine di evitare di curare “malattie” diverse somministrando sempre e comunque lo stesso farmaco. In Italia ogni anno scompaiono migliaia di persone. Tra queste alcune vengono ritrovate. Di altre, si perdono le tracce per anni. O talvolta per sempreLuce

Esigenza

Ad affiancare e sostenere le famiglie che vivono questo dramma, c’è Penelope Italia. E’l’associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse. La Onlus nasce dall’esigenza di dare supporto a coloro che si subire a vivere la scomparsa di una persona cara. Parlare delle persone scomparse è uno strumento indispensabile per il loro ritrovamento. “Nei casi di scomparsa il ricorso ai mass media è fondamentale. Per mantenere alta l’attenzione su un fenomeno che ormai sta dilagando. E per creare una rete di solidarietà che, talvolta, può risultare decisiva. Non solo per sostenere i familiari. Ma anche ai fini del ritrovamento – avverte l’avvocato-. Non è infrequente infatti che lo scomparso venga rintracciato grazie alle segnalazioni. Da parte di soggetti che hanno appreso la notizia dai mass media”.