La pandemia causata dalla diffusione del Covid-19 ha in qualche modo costretto la scuola a rinnovarsi in per permettere a tutti di continuare con l’attività educativa e di formazione anche durante il periodo difficile del lockdown: per non interrompere le lezioni, tutte le scuole si sono organizzate con la didattica a distanza, alcune hanno anche fornito dei dispositivi per permettere agli alunni di seguire i corsi online e continuare il loro percorso di studi.
Tutto questo ha avuto degli effetti positivi poiché a distanza di due anni, quando ormai sembra che l’emergenza Covid si stia attenuando, il ministro dell’istruzione Bianchi continua a proporre delle nuove idee per rendere la scuola un luogo interattivo, aggiornato e variegato. Da poco infatti una delle sue proposte è stata quella dei “gemellaggi”, ovvero scuole dove si fa sperimentazione fino ad arrivare a fare sistema, e non più solamente scuole a “porte chiuse”. Insomma una bella iniziativa per rendere, quello che fino ad oggi è stato un luogo di chiusura e dell’autoreferenzialità, un luogo aperto, inclusivo e di ascolto.
Al di là dell’istruzione, che una delle cose più importanti per un bambino e per un adolescente, ciò che la precede per importanza è il modo di fare istruzione: mi è capitato in diverse occasioni, o per sentito dire oppure vissute direttamente sulla mia pelle, di esperienze negative con professori, che invece di incoraggiare gli studenti all’apprendimento li allontanano con punizioni e castighi. Spero quindi che questa iniziativa proposta da Bianchi sia un messaggio a tutti i docenti per far si che riescano a condividere il loro amore per la cultura ai propri allievi, senza pressioni.
Un’altra iniziativa, a 30 anni dalla convenzione sull’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro, è quella di piantare più alberi possibili nelle scuole, così non solo da combattere la crisi ambientale che stiamo affrontando ma anche per educare i più giovani al significato di ecologia, far comprendere loro l’importanza di curare quella che Papa Francesco da sempre ha definito la nostra casa comune. I segnali di una ripartenza innovativa ci sono. Toccherà a tutto il mondo della scuola raccoglierli e farli fruttare.
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