Sos Congo. Il Coordinamento della società civile di Bukavu chiede al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di incaricare il Procuratore della Corte Penale Internazionale di indagare sui crimini commessi contro i civili nell’area, e di imporre un embargo sulla vendita di armi a Ruanda ed Uganda accusate di appoggiare l’M23. Chiede infine alle organizzazioni umanitarie di venire in soccorso degli sfollati nel Nord Kivu. La situazione nel Nord Kivu è drammatica. Secondo il Coordinamento, nel vicino Sud Kivu, gli sfollati nella confinante provincia sono 7 milioni. “Le donne e le ragazze subiscono violenze sessuali nei campi per sfollati, il tasso di malnutrizione è in crescita nei bambini, donne incinte, madri allattanti”. “Quello che stupisce i comuni cittadini è il colpevole silenzio della comunità internazionale che è più preoccupata di quello che succede in Ucraina e nella Striscia di Gaza, come se la vita di un congolese non contasse”, racconta il Coordinamento all’agenzia missionaria vaticana Fides. Sono 16 morti e 30 feriti le vittime del bombardamento di due campi per sfollati a Lac Vert e Mugunga, nei pressi di Goma, capoluogo del Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo. La maggior parte delle vittime sono donne e bambini, secondo un comunicato della SADC (Southern African Development Community), che ha una sua missione militare nell’area. Il governo di Kinshasa accusa i guerriglieri dell’M23 e le forze armate del vicino Ruanda del bombardamento dei due campi profughi.
“Nonostante la sua situazione strategica e la sua adesione a diverse strutture regionali, il governo della RDC sembra essere completamente superato dagli avvenimenti” afferma il Coordinamento della Società Civile. L’organismo della società civile ricorda inoltre che prima della strage del 3 maggio c’erano state altre gravi violazioni del diritto umanitario. Il bombardamento del 29 aprile del mercato centrale di Minova mentre la Croce Rossa stava distribuendo viveri e medicinali agli sfollati. Lo stesso giorno un’altra bomba era caduta a Bushishi, a tre km da Minova, presso una sorgente d’acqua. Il 30 aprile una bomba era caduta presso la residenza del direttore del centro ospedaliero di Minova. “Questa località da sola ospita 69 siti per sfollati – ricorda la società civile di Bukavu- che sono fuggiti dalle atrocità commesse dall’M23 nel Territorio di Masisi e che sono ora doppiamente colpiti pur essendo sfollati”. Secondo il Coordinamento della società civile l’obiettivo dell’M23 è quello di “asfissiare le città di Goma, tagliando ogni forma di approvvigionamento in derrate alimentari che provengono dal Sud Kivu. Per questo anche le imbarcazioni sul lago Kivu sono fatte oggetto di bombardamenti”.
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