Così la “terza via” ratzingeriana ha inciso con la fede nel mondo

Su "Aggiornamenti Sociali", la rivista internazionale che da oltre sessant’anni incrocia fede cristiana e giustizia negli snodi cruciali della vita politica ed ecclesiale, padre Hanri Madelin, ex provinciale dei gesuiti in Francia, ha ristabilito la verità storica fugando le falsità e ribaltando definitivamente lo stereotipo della presunta indifferenza di Benedetto XVI per la dottrina sociale della Chiesa

Fede

Fede e impegno sociale. “Aggiornamenti Sociali” è la rivista internazionale che da oltre sessant’anni incrocia fede cristiana e giustizia. Negli snodi cruciali della vita politica ed ecclesiale. Qui padre Hanri Madelin, ex provinciale dei gesuiti in Francia, ha ristabilito la verità storica fugando le falsità e ribaltando definitivamente lo stereotipo della presunta indifferenza di Joseph Ratzinger per la dottrina sociale della Chiesa.fede

Connotazione sociale

“Del Papa che ha stupito il mondo con la propria rinunzia al pontificato si sottolineano per lo più la grande cultura e la predilezione a trattare questioni riguardanti la Chiesa cattolica, il contenuto dei suoi dogmi e la sua collocazione tra le altre Chiese. – osserva Madelin – Poiché, prima di accedere al pontificato, il cardinale Ratzinger ha a lungo presieduto la Congregazione per la dottrina della fede, se ne ricordano i moniti contro le interpretazioni da lui giudicate contrarie a una certa “ortodossia romana”. Si rammentano i suoi contrasti e i suoi richiami all’ordine nei confronti dei sostenitori di vari filoni della teologia della liberazione in America latina. La figura di Benedetto XVI non sembra dunque avere una particolare connotazione sociale“.fede

Fede autentica

Secondo il gesuita, però, “questa immagine è incompleta, in quanto trascura l’apporto originale di Papa Ratzinger alla dottrina sociale della Chiesa, cioè il fatto di inserirla all’interno di una visione globale e personale che attinge l’essenziale delle sue risorse nei tesori della teologia”. “Questo pensiero – prosegue Madelin – può essere di sostegno ai cattolici. Ma corre il rischio di sconcertare i fedeli di altre tradizioni. E tutti coloro che si dichiarano emancipati da convinzioni religiose”. Occorre, dunque, contestualizzare le due correnti che polarizzano il cattolicesimo dal Concilio in poi. Ossia chi vorrebbe una Chiesa tutta carità, quasi una Ong della solidarietà globale e chi invece delimita la missione ecclesiastica al recinto sacro di dogmi, sacramenti, liturgia e riti. Anche da questa contrapposizione di visioni deriva l’errata interpretazione della figura di Joseph Ratzinger. In termini di esclusiva attenzione al piano spirituale. E di scarsa sollecitudine per le questioni sociali. In realtà Benedetto XVI scelse una “terza via”. Per incidere con la fede nel mondo senza piegarsi a esso. Né scendere a compromessi con le utilitaristiche logiche mondane della contemporaneità secolarizzata. fede

Testimonianza quotidiana

Joseph Ratzinger si occupò di “politica” in senso alto del termine. Nella convinzione che toccasse ai cattolici non far diventare lettera morta il Vangelo, testimoniandolo nella quotidianità della vita privata e di quella pubblica. “La missione che Benedetto XVI si attribuisce non è quella di collocarsi sul terreno proprio dei responsabili politici, degli imprenditori, dei banchieri. Ma quella di ridestare le coscienze alle sfide del presente che non possono restare circoscritte a livelli puramente tecnici – commenta padre Madelin –. L’intento è più una interpretazione teologica che una analisi descrittiva. Per questo l’enciclica ‘Caritas in veritate’, documento lungo e denso, parla dall’inizio alla fine di amore, di verità, di senso di responsabilità. Indirizzata alle varie componenti della Chiesa cattolica, ma anche a tutti gli uomini di buona volontà, essa li invita a concentrarsi sullo sviluppo umano integrale nella carità e nella verità”.fede

Apertura e discernimento

Secondo Joseph Ratzinger si tratta di compiere un’opera di apertura e di discernimento: “L’umanità deve ormai uscire da ottiche troppo anguste per gettare le basi di una nuova sintesi umanistica“. Collocarsi in una simile prospettiva significa per Benedetto XVI “non escludere nessuno a priori e invocare la necessità di un dialogo senza frontiere“. Osserva Madelin: “Teologo, accademico di grande valore, il Papa dà inizio al suo discorso elevando il dibattito a dimensioni ignorate o rifiutate nel mondo attuale. Quando parla di una eternità di Dio presente nel nostro mondo e nel cuore di ognuno. E infatti fin dalle prime righe la ‘Caritas in veritate‘ precisa ciò che si deve intendere per coniugazione tra amore e verità“.fede

Scelta di campo

L’amore (caritas) è, secondo Benedetto XVI, “una forza straordinaria, che spinge le persone a impegnarsi con coraggio e generosità nel campo della giustizia e della pace”. È “una forza che ha la sua origine in Dio, Amore eterno e Verità assoluta“. Dunque “difendere la verità, proporla con umiltà e convinzione e testimoniarla nella vita sono forme esigenti e insostituibili di carità”. Per questa radice teologica unitaria, carità e verità non possono mai essere disgiunte. La scelta di campo di Joseph Ratzinger è inequivocabile: “Senza verità, la carità scivola nel sentimentalismo, l’amore diventa un guscio vuoto, da riempire arbitrariamente. È il fatale rischio dell’amore in una cultura senza verità. Esso è preda delle emozioni e delle opinioni contingenti dei soggetti, una parola abusata e distorta, fino a significare il contrario”.fede

La via maestra della carità

La verità, secondo Joseph Ratzinger, libera la carità dalle strettoie di un emotivismo che la priva di contenuti relazionali e sociali. E di un fideismo che la priva di respiro umano e universale. Perciò la carità è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa. E’ il portale di accesso alla comprensione di Dio, degli altri e del mondo. E’ il principio non solo delle micro-relazioni (rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo). Ma anche delle macro-relazioni (rapporti sociali, economici, politici).